Pubblicato il 4 Settembre 2024
Rigivan Ganeshamoorthy è diventato il nuovo eroe nazionale non solo per la medaglia d’oro vinta alle Paralimpiadi nel lancio del disco, ma anche per l’intervista diventata virale rilasciata subito dopo dove è emersa tutta la sua spontaneità accompagnata da un’innata ironia in salsa romanesca. Ora Rigivan ha rilasciato un’intervista a Il Fatto Quotidiano, in cui ha parlato un po’ di se stesso ma soprattutto ha affrontato temi delicati e sensibili come la disabilità e le barriere architettoniche.
Rigivan e le barriere architettoniche: “Alla stazione di San Paolo Ostiense è un incubo”
Rigivan, nato da genitori dello Sri Lanka, ha parlato delle difficoltà che i disabili sono costretti ad affrontare ogni giorno soprattutto in una città come Roma, dove purtroppo ci sono ancora troppe barriere architettoniche.
Il campione paralimpico, pur ammettendo che la giunta Raggi aveva fatto qualcosa, ha detto che il suo maggiore desiderio è vedere gli ascensori e gli scivoli nella metropolitana. “Alla stazione di San Paolo Ostiense quelli come come sono perduti” – ha detto Rigivan per poi aggiungere: “Chi progetta non è sensibile a questi problemi, avessero un figlio disabile farebbero sicuramente qualcosa di utile per aiutarci”.
La malattia di Rigivan
Ganeshamoorthy è affetto dalla sindrome di Guillain-Barrè, una polineuropatia che col tempo causa una progressiva paralisi alle gambe e alle braccia. Nel 2019 fu anche vittima di un brutto incidente per una caduta, durante la quale riportò una lesione cervicale che ha aggravato la sua malattia.
Nonostante tutte le difficoltà, Rigivan nella stessa gara ha ottenuto tre record mondiali facendo registrare 25,48 al primo lancio, 25,80 al secondo lancio e addirittura 27,06 al terzo lancio. Tantissimi gli elogi ricevuti ma, naturalmente, non sono mancati gli insulti razzisti che comunque il campione paralimpico si è fatto scivolare addosso.
Oltre alla disabilità Rigivan deve fare i conti con i razzisti, che lui definisce “ignoranti” nel senso pieno della parola, poiché “ignorano” che le persone non vanno giudicate per il colore della pelle e che ci sono tanti ragazzi nati in Italia, cresciuti in Italia e con studi compiuti in Italia. “La mia medaglia appartiene a tutti gli italiani, anche a quelli che mi insultano” – ha detto Rigivan, dando una lezione di umanità e di vita a tutti gli ignoranti che lo insultano sui social.