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Roma

Storia da film “horror” a Rimini, incatena il padrone di casa al termosifone per due giorni per non pagare l’affitto

Pubblicato il 9 Novembre 2024

Una storia terrificante quella che si è verificata a Bellaria Igea Marina, in provincia di Rimini, dove un cuoco stagionale 50enne di origini baresi, ma residente nel comune riminese, è stato arrestato per aver incatenato il suo coinquilino 43enne, nonché padrone di casa, per due giorni al termosifone con l’accusa di sequestro di persona e maltrattamento. Al momento dell’arresto sarebbe stato trovato anche in possesso di droga e i carabinieri intervenuti hanno trovato la vittima incatenata al termosifone del salotto con una catena metallica e due lucchetti alla caviglia.

Legato due giorni al termosifone, la mossa disperata per chiedere aiuto

Circa un paio d’anni fa il 43enne aveva affittato al 50enne una camera del suo appartamento, ma la convivenza si è rivelata subito difficoltosa, per usare un eufemismo. Come riferito dai giornali locali il cuoco barese non solo si sarebbe rifiutato di pagare l’affitto, ma avrebbe iniziato ad adottare dei comportamenti prepotenti, vessatori e violenti nei confronti del padrone di casa, sbattuto fuori dalla sua camera padronale e costretto a dormire sul divano.

Il 50enne sarebbe passato dalle minacce alle violenze reali e in un’occasione avrebbe usato un ferro rovente, messo prima in un camino, per marchiare la mano del 43enne, che in altre circostanze sarebbe stato legato con dei fili elettrici e preso a bastonate la notte mentre dormiva. Il proprietario di casa ha inoltre denunciato che il 50enne una volta lo avrebbe costretto a mettere la mano su una superficie di marmo, minacciandolo di colpirlo.

Lo chef avrebbe anche minacciato di farlo uccidere da “albanesi” quando gli chiedeva l’affitto o se avesse cercato di chiedere aiuto a qualcuno. Infine l’ultimo gravissimo episodio: il padrone di casa sarebbe stato incatenato per due ore al termosifone, senza possibilità di muoversi.

Ha quindi escogitato uno stratagemma per salvarsi, scrivendo su un taccuino: “Aiuto, mi ha legato, chiamate i carabinieri” e lanciandolo dalla finestra. Il taccuino lo avrebbe trovato proprio la cugina, che abita nell’appartamento di fianco. La donna ha così allertato le forze dell’ordine che mercoledì 6 novembre hanno fatto irruzione in casa, liberando il 43enne e arrestando il 50enne, comparso ieri 8 novembre davanti al gip per rispondere delle accuse mosse contro di lui.