Roberto Spada: scarcerato il boss di Ostia che diede la testata a un giornalista (VIDEO)

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“Dimesso per espiazione della pena”.

E la motivazione ufficiale della decisione.

Roberto Spada, il boss del clan sinti di Ostia famigerato per la testata al giornalista Daniele Piervincenzi, è stato scarcerato, è libero ed è tornato a casa, in via Forni, vicino piazza Gasparri.

Ma per lui sono in piedi altri procedimenti giudiziali, per i quali occorrerà attendere il giudizio della Cassazione: Spada e i suoi legali hanno presentato diverse istanze negli ultimi anni ed erano state respinte, ma l’ultima è stata accettata per “la non pericolosità sociale”.

A Ostia festa grande già di domenica in pieno pomeriggio quando si ha avuto la certezza che sarebbe uscito dal carcere con tanto di fuochi d’artificio – non autorizzati – fatti nello stesso punto in cui furono sparati per l’arresto di Juan Carlos, figlio di Armando Spada.

Roberto era stato riconosciuto il reggente del clan e ora torna a esserlo: un grosso punto al loro favore, mentre lo stato arretra sia dal punto di vista simbolico, sia concreto nel controllo del territorio.

Ora ci si interroga sui motivi di una decisione che lascia tutti un po’ sgomenti. Pochi giorni fa era stato assolto per gli omicidi di Baficchio e Sorcanera, avvenuti nel 2011.

Nel frattempo ha scontato gli anni per la testata data a Daniele Piervincenzi, mentre resta a suo carico l’imputazione per associazione mafiosa, in attesa del giudizio della Cassazione.

Resta da capire perché sia tornato in libertà.

C’è un punto da chiarire secondo il Comitato dei collaboratori di giustizia: “Lo hanno scarcerato perché è stato riconosciuto non pericoloso socialmente – spiega la portavoce Maricetta Tirrito – A quanto risulta sembra che abbia goduto di alcune attenuanti, di alcuni permessi e che ci sia un cavillo che riguarda anche la sua situazione sanitaria. È comunque un fatto gravissimo; un segnale di sconfitta dello stato, è la riacquisizione di potere anche nella percezione del controllo di questa famiglia su Ostia e nonostante il riconoscimento della mafiosità riesce a trovare il cavillo. Siamo stati contrari alla scarcerazione di Riina in punto di morte, figuriamoci alla liberazione di un detenuto appena condannato all’ergastolo appena. Non è giustificabile di fronte a chiunque collabora con la giustizia”.

Adesso il timore è che “gli zingari” – così sono chiamati a ostia gli Spada che sono Sinti – possano rialzare la testa dopo le inchieste e gli arresti degli ultimi cinque anni.

A dirlo sono i residenti del quartiere, da piazza Gasparri all’Idroscalo, che accettano di parlare a costo di mantenere strettamente l’anonimato: parlano abbassando gli occhi, coperti dalle onde del mare che sovrasta Ostia Nuova fino al Porto Turistico. Gomorra, Suburra, stavolta niente fiction: conoscono bene gli Spada, li vedono tutti i giorni. E c’è paura.

Martedì sera hanno sentito i fuochi d’artificio, sono testimoni. “Erano le 22,13 di martedì sera, all’improvviso abbiamo sentito una serie di fuochi d’artificio: sono durati almeno 15 minuti, tutti zitti e nessuno ha parlato. Ci siamo stupiti, sappiamo bene che se ci sono fuochi d’artificio senza preavviso da noi vuol dire che è successo qualcosa. E infatti oggi abbiamo saputo dal passaparola con gli altri vicini che hanno scarcerato Roberto Spada. Adesso abbiamo paura che il quartiere ne risenterà perché il clan rialzerà la testa. A noi non hanno mai fatto nulla, ma loro controllano tutto nel quartiere. Ora temiamo che diventino di nuovo prepotenti e si sentano di nuovo i padroni del territorio”.

Diverse indagini hanno appurato che anche i garage del quartiere, da piazza Gasparri a via Cagni passando per via delle Ancore, sarebbero oggetto di racket per i posti auto che possono valere 50 o 60 euro al mese.

Altre inchieste hanno documentato gli interessi economici della criminalità organizzata nelle pizzerie, ristoranti anche di cucina asiatica, bar, locali in tutta Ostia.      

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Redazione Nazionale

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