Nel 2022 la Cassazione ha confermato la condanna a Robinho a 9 anni di reclusione con l’accusa di stupro. I fatti risalgono al 2013 e nel 2017 il Tribunale dichiarò l’ex calciatore brasiliano colpevole di stupro. L’ex attaccante del Milan però ha sempre rigettato le accuse, sostenendo la sua innocenza, e in un’intervista ad una tv brasiliana ha contrattaccato usando parole pesantissime contro l’Italia.
Nel febbraio del 2023 il Governo italiano aveva chiesto al Governo brasiliano l’estradizione del calciatore per fargli scontare la pena in Italia e il 20 marzo si saprà dove l’ex calciatore dovrà scontare la sua pena, per la quale al momento non ha scontato neanche un giorno di carcere. Il Brasile vieta l’estradizione dei suoi concittadini, perciò Robinho finora è potuto restare nel suo paese di origine.
Secondo l’accusa Robson de Souza Santos, alias Robinho, insieme all’amico Ricardo Falcao stuprò una giovane albanese. L’ex attaccante non ha mai negato il rapporto con la ragazza, ma aggiunse che era del tutto consensuale e ha sempre negato le accuse di violenza.
Robinho in un’intervista a “TV Record” ha urlato la sua innocenza e ha lanciato accuse molto pesanti all’Italia, da lui definito un paese razzista. L’ex calciatore è poi tornato sulle sconvolgenti intercettazioni telefoniche che riportavano le conversazioni tra lo stesso Robinho e l’altro amico accusato di stupro.
Come riportato da Fanpage Robinho ha sostenuto che quegli audio erano stati estrapolati fuori contesto e che in quel periodo era perseguitato da persone poco affidabili che parlavano di una presunta gravidanza della ragazza. Il 40enne, ex nazionale brasiliano, ha sostenuto di aver tante prove che lo discolpavano, ma in Italia non sarebbero state prese in considerazione.
Ha poi detto che in Italia ci sono tante storie di razzismo, di cui lui ne sarebbe una testimonianza vivente. Ha concludo sostenendo che, se fosse stato italiano oppure bianco, sarebbe stato sicuramente assolto.
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