Da quella struttura è cominciata la carriera dell’ex ala azzurra Andrea Bargnani, che ha poi sfondato in Canada e negli Usa, prima di approdare allo spagnolo Saski Baskonia (Paesi Baschi).
La Squadra Mobile, coordinata dalla Procura, non ha tuttavia ancora terminato gli accertamenti, ricostruisce il Corriere.
Non si esclude che nei prossimi giorni, forse anche sulla base delle dichiarazioni che Traino, assistito dall’avvocato perugino Antonella Donati e ora in carcere, potrebbe rilasciare nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, possa essere disposto dai pm un supplemento d’inchiesta per fare luce sul ruolo che il 55enne aveva ancora all’interno del complesso sportivo a Roma Nord, con campus per giocatori fuori sede, molti dei quali appunto dell’Est Europa e dell’Africa.
Perché il sospetto concreto è che il 13enne non sia stato l’unica vittima del tecnico, in carica almeno fino al giugno dello scorso anno, quando in questa veste ha ad esempio rilasciato un’intervista a un giornale veneto dopo una vittoria della Stella Azzurra a Verona.
Una situazione resa ancora più pesante, sempre per chi indaga, da pressioni sui ragazzi affinché non raccontassero nulla con la prospettiva altrimenti di non scendere più sul parquet. Per gli investigatori della IV sezione, specializzati in reati di genere e contro i minori, erano solo scuse per rimanere da solo con loro.
E quello che accadeva lì dentro non sarebbe un segreto tra i frequentatori del campus. Così come la storia di un ragazzino dell’Est, che sarebbe stato molestato e che avrebbe scritto su un diario ciò che era stato costretto a subire.
Un documento preso in consegna dalla madre nel corso di uno dei loro incontri durante lo stage del figlio a Roma: la donna avrebbe messo al corrente della situazione i vertici della Stella Azzurra ma non sarebbe successo nulla. Come è accaduto ai due collaboratori esterni che, non ottenendo risposte dalla dirigenza, si sono rivolti alla polizia, facendo scattare le indagini.
Anche perché, nonostante l’ordine del giudice di Perugia nel 2018 di allontanare Traino dalla sua professione dopo averlo condannato a due anni con rito abbreviato per abusi su cinque allievi della sua scuola a Ponte San Giovanni, il tecnico era stato lasciato al suo posto, almeno fino al 20 dicembre scorso quando è stato messo da parte una volta diventata definitiva la precedente condanna. Un aspetto che insospettisce chi indaga, mentre il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Carla Garlatti chiede “controlli preventivi su chi ha compiti educativi: il Codice penale vieta l’assunzione o l’attribuzione di incarichi, nelle scuole e strutture pubbliche o private frequentate da minori, a persone condannate per violenza sessuale su minorenni”.
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