Il rogo ha distrutto tre auto e ne ha danneggiato le altre due.
Sono state incendiate con due molotov le due auto della polizia locale andate a fuoco in viale Tibaldi a Milano.
Sulla vicenda indaga la Digos e il pool antiterrorismo della Procura per verificare anche se vi siano collegamenti con le recenti azioni di matrice anarchica. Per ora non risultano rivendicazioni. Il fascicolo, al momento, è aperto per incendio e danneggiamento ed è a carico di ignoti.
Dai primi accertamenti sono stati trovati altri ordigni simili in zona.
Dei presunti attentati incendiari della scorsa notte a Milano è stato informato il pm di turno Rosario Ferracane ed è stato aperto un fascicolo per incendio e danneggiamento, che passerà a breve al dipartimento antiterrorismo della Procura, guidato dal procuratore Marcello Viola.
Anche se allo stato non risultano rivendicazioni (non sono state trovate nemmeno scritte sui muri della zona) non si può escludere, a detta di chi indaga, che il fatto sia connesso alle azioni che stanno portando avanti in questi giorni gli antagonisti dell’area anarchica, legate alla vicenda di Alfredo Cospito, in sciopero della fame da oltre 100 giorni per protesta contro il 41bis. Due molotov sarebbero state usate per incendiare le due vetture in viale Tibaldi e altri tre-quattro ordigni simili sarebbero stati trovati dagli investigatori della Digos in un parco vicino.
In Procura a Milano è aperto, intanto, anche un fascicolo per indagare sulla busta con proiettile e con la A di anarchia recapitata a fine dicembre al procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo (Milano è competente su reati commessi contro magistrati di Torino). Saluzzo sostiene l’accusa nel processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino all’anarchico Cospito e di cui ha chiesto la condanna all’ergastolo e dodici mesi di isolamento.
In più una seconda inchiesta è aperta a Milano, sempre sull’area anarchica, e riguarda le urla e gli insulti contro i magistrati, nell’udienza del 19 dicembre del processo a Cospito, con frasi come “fascisti”, “siete degli assassini”, “vergognatevi”, “avete le mani sporche di sangue”, pronunciate da alcuni anarchici in aula.
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