Tutto sarebbe iniziato nel 2020 dopo i primi periodi di nuova socialità riacquistata dopo le limitazioni per contenere il contagio da coronavirus.
A denunciare tutto è stata una ragazza, all’epoca dei fatti fidanzata con una delle vittime.
Con l’aiuto di una psicologa la giovane ha raccontato tutto alla polizia di Marino che ha ritenuto credibili quelle accuse facendo scattare le indagini.
Le vittime, ascoltate in sede protetta, avrebbero raccontato che le violenze subite sarebbero avvenute perlopiù nella sede dell’associazione, ma anche a casa dell’uomo.
Abusi che sarebbero stati consumati anche più volte al giorno, sotto pressioni psicologiche, e che si sarebbero perpetrati negli ultimi due anni.
Gli inquirenti non escludono che ci siano altri casi.
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