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Roma, incinta a 14 anni per una sfida social: l’ultima follia della challenge ‘sex roulette’

Pubblicato il 24 Settembre 2024

La sfida folle consiste nel fare sesso non protetto con numerosi partner conosciuti sui social. Perde chi resta incinta.

Incinta a 14 anni per una folle “challenge” social che si sta diffondendo tra i giovanissimi, una sorta di “sex roulette”, che consiste nell’avere numerosi rapporti sessuali completi (NON PROTETTI) con coetanei conosciuti in chat. Perde l’assurdo gioco chi resta incinta.

E’ quello che è accaduto ad una minorenne di Roma, la cui storia è stata raccontata dall’avvocata Marina Condoleo, impegnata nel progetto “Legal Love”, tenuto nelle scuole medie e superiori su temi come malattie sessualmente trasmissibili, bullismo, droga e disturbi dell’alimentazione.

Chat chiuse per organizzare incontri sessuali

Sui social un messaggio invita a iscriversi a una chat chiusa, dove si fissano incontri sessuali senza protezione. Altissimo, quindi, il rischio di rimanere incinta o di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. “Quando ho chiesto alla ragazza se il padre fosse a conoscenza della gravidanza, mi ha risposto di non sapere chi fosse il padre, perché è il figlio di una sex roulette”, ha spiegato la legale. “È la prima volta che a Roma sento il caso di una ragazza così piccola rimasta incinta a causa di questa terribile sfida, ma ritengo possibile che per pudore o timore da parte delle famiglie ci sia la tendenza nascondere altri eventuali episodi simili”.

La ragazza è al sesto mese di gravidanza e ha deciso di tenere il bambino “ed è stata aiutata da una mamma eccezionale a cui l’ho aiutata a dirlo durante un incontro non facile e da un team di psicologi che ruotano intorno al nostro progetto”, dice Marina Condoleo. 

Le dichiarazioni di Marina Condoleo

“Questi ragazzi vanno aiutati – spiega Condoleo -. Si passa dalla totale asessualità dell’infanzia a una sessualità estrema, questo perché i minori sono talmente tanto presi dalla realtà parallela dei social che tutto ciò che è fisico è a loro estraneo”. C’è un dato che emerge dagli incontri nelle scuole tenuti dall’associazione “Road to Green”, di cui l’avvocata Condoleo fa parte: non è la periferia ad essere più a rischio. “Nelle scuole del centro di Roma, purtroppo, i problemi sono più gravi, perché spesso vengono negati dalle famiglie; i genitori sono presi da altro – sottolinea – e non ascoltano il grido d’allarme dei loro figli”.