Caos e mistero in Russia: perché la Wagner ha tentato il colpo di stato e poi si è fermata a 200 km da Mosca?

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Sul fronte russo-ucraino la situazione è ancora caldissima ma, nelle ultime ore, Putin ha dovuto guardarsi soprattutto dal fuoco amico.

Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo di mercenari russi della Wagner, aveva annunciato la sua intenzione di marciare su Mosca dopo le continue critiche contro le istituzioni militari. Putin aveva promesso punizioni esemplari contro i traditori, ma la marcia della Wagner si è interrotta la sera del 24 giugno. Ma cos’è successo realmente?

Qual era l’obiettivo della Wagner?

Prigozhin, capo della Wagner, è noto anche come il “cuoco di Putin” essendo stato impegnato a lungo nelle attività dedicate alla ristorazione e al catering per il presidente.

Da oligarca si è convertito in capo militare e, fino a poco tempo fa, era uno dei fedelissimi di Putin ma poi i rapporti si sono incrinati anche a causa delle accuse di Prigozhin ai vertici militari russi, ritenuti corrotti e incapaci.

Nonostante lo stallo militare, sembra che l’Ucraina in questo momento sia in leggero vantaggio e quindi la Wagner ha deciso di marciare su Mosca per innescare una ribellione nei ranghi delle forze armate e tra gli oligarchi, così da consolidare il potere costruito in questi mesi di guerra in territorio ucraino.

Nonostante l’appoggio di buona parte della popolazione, la Wagner evidentemente non ha ottenuto ciò che desiderava e così dopo aver lasciato la città di Rostov e le regioni di Voronezh e Lipetsk ha deciso di ritirarsi a 200 metri da Mosca per “evitare un bagno di sangue russo”.

Dov’è finito Prigozhin

Intanto aleggia il più fitto mistero su Prigozhin, di cui al momento non si hanno notizie. Il Cremlino ha fatto sapere che il capo della Wagner insieme ai suoi miliziani andrà in Bielorussia, ma non saranno processati per l’ammutinamento armato. Potrebbe essere una sorta di accordo: il Cremlino avrebbe chiesto alla Wagner di arrestare la sua marcia su Mosca in cambio dell’amnistia.

Intanto a San Pietroburgo, durante la perquisizione nell’hotel Trezzini, una sorta di quartiere generale di Prigozhin, sono stati trovati contanti per il valore di 4 miliardi di rubli, circa 44 milioni di euro che, secondo il capo della Wagner, servivano per pagare i miliziani e le loro famiglie.

Appese a un filo anche le sorti dei miliziani di Prigozhin ai quali sarebbe stata offerta la possibilità di entrare nella Difesa, possibilità che il loro stesso capo aveva rifiutato. Altri ritengono che Prigozhin possa andare in Africa, dove la Wagner ha importanti interessi economici a partire dal settore minerario.

Mikhail Khodorkovsky, oppositore di Putin che vive a Londra, ha detto: “Penso che a Prigozhin siano state date garanzie per andarsene in Africa incolume, ed è quello che lui in realtà voleva, e questo starebbe bene sia a lui che a Putin”.

Tuttavia diversi esperti e analisti ritengono improbabile che Putin perdoni Prigozhin, così come sembra complicato che il capo della Wagner creda alle rassicurazioni del presidente russo.

Le reazioni internazionali

A quanto pare sia gli Stati Uniti sia lo stesso Putin erano a conoscenza da mercoledì del colpo di stato della Wagner, come rivelato dal New York Times.

Lo spauracchio di una guerra civile sarebbe così stato allontanato, ma la situazione resta tesissima e la posizione di invulnerabilità di Putin è stata pesantemente scalfita.

Washington, Bruxelles e la Nato hanno mantenuto sostanzialmente una posizione attendista durante la marcia poi interrotta della Wagner, mentre Zelensky ha parlato di un ulteriore vantaggio sottolineando le evidenti crepe sempre più visibili nella stessa Russia.

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Redazione Nazionale

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