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Sabaudia, ‘doping’ ai braccianti: chi è il medico arrestato e come funzionava il ‘sistema’

Pubblicato il 26 Maggio 2021

Si dopavano, come gli atleti, per raggiungere prestazioni ‘atletiche’ migliori, ovvero per sopportare turni di lavoro anche di 16 ore al giorno.

Parliamo di ‘clienti’, braccianti agricoli originari di India e Bangladesh, principalmente, del medico della Asl di Latina coinvolto nell’operazione No Pain, del Nas di Latina.

Si tratta di farmaci, acquistabili in farmacia, che contengono principi attivi messi al bando dalle federazioni sportive perché dopanti.

A prescrivere questi farmaci, in maniera fraudolenta, un medico di Sabaudia, Sandro Cuccurullo, accusato di aver rilasciato circa mille prescrizioni a 222 propri assistiti di nazionalità indiana. In totale sarebbero almeno 1500 le confezioni di un medicinale contenente ossicodone prescritte.

Ovviamente, non c’era nessun scopo terapeutico dietro la prescrizione, se non la volontà, da parte dei ‘pazienti’, di non sentire la fatica durante le durissime giornate di lavoro nei campi delle tante aziende agricole della zona.

I carabinieri hanno ricostruito il modus operandi del medico, assistito nella sua azione fraudolenta da un avvocato, una farmacista e una cittadina di nazionalità marocchina, tutti e tre indagati.

Sono indagati, a vario titolo, per illecita prescrizione di farmaci ad azione stupefacente, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, frode processuale, falso e truffa ai danni dello Stato. Ovviamente sono stati sospesi dai rispettivi albi professionali.

I riscontri hanno permesso di accertare, come riporta il quotidiano Il Messaggero, che il medico medico avrebbe anche prescritto 3.727 ricette indebite, indicando il codice di esenzione fasullo per 891 pazienti, provocando un danno di 146.052,89 euro al servizio sanitario nazionale.

Il medico avrebbe anche prescritto farmaci – sempre a carico dello Stato – mai consegnati ai pazienti intestatari delle ricette. Il costo sarebbe poi stato rimborsato alla farmacista indagata e poi sospesa che lavorava in una farmacia al centro di Sabaudia.

Sempre lo stesso medico, sarebbe responsabile della compilazione di falsi certificati al fine di consentire la regolarizzazione di cittadini extracomunitari, attestando falsamente la loro presenza in Italia.

Con l’avvocato del foro di Latina (ora sospeso) avrebbe anche certificato una patologia inesistente a un 51enne di Sabaudia sul quale pendeva un ordine di esecuzione per la carcerazione, nel tentativo di fargli evitare il carcere.

L’assunzione di queste droghe avrebbe portato alcuni braccianti a diventare tossicodipendenti e, secondo la testimonianza del sociologo Marco Omizzolo, sempre raccolta dal Messaggero, almeno una decina di loro sarebbero morti.