Si è partiti da un tentato omicidio e si è arrivati a scoprire un’associazione criminale che agiva nel Salento e praticava spaccio di droga, estorsioni a commercianti locali e altre attività con metodi mafiosi. Associazione legata ad esponenti della Scu leccese e pugliese. Non solo intimidazioni con colpi di pistola e auto incendiate nel Salento. All’alba di oggi è partita un’operazione dei carabinieri di Maglie, insieme ai colleghi delle compagnie del Comando provinciale di Lecce, di quello di Barletta-Andria-Trani, con il supporto di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari, dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Puglia” e delle unità cinofile antidroga e anti-esplosivo del Nucleo di Modugno, che hanno dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 15 persone (di cui 12 in carcere e 3 agli arresti domiciliari). Ai soggetti arrestati nel Salento sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere armata, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, estorsioni, con l’aggravante del metodo mafioso, nonché porto e detenzione di armi ed esplosivi. Nello specifico, sono finiti in carcere: Salvatore Beneloucif, 57enne di Andria; Giuseppe Bevilacqua, 37enne di Martano; Rocco Bevilacqua, 35enne di Martano; Antonio De Paulis, 49enne di Martano; Salvatore Mancarella, 40enne di Martano; Alessandra Rescio, 46enne di Martano; Rodolfo Saracino, 56enne di Martano; Rosanna Stampete, 49enne di Cursi; Biagio Stella, 48enne di Martano; Maria Assunta Stella, 55enne di Martano; Damiano Stomeo, 32enne di Martano; Francesco Zimari, 60ene di Martano. Arresti domiciliari, invece, per: Marco Carlomagno, 44enne di Carpignano Salentino; Giuseppe Donato Donno, 33enne di Zollino; Marco Salzano, 28enne di Zollino.
L’indagine è stata coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Lecce, ed ha avuto inizio ad agosto 2019 a seguito del tentato di omicidio di un pregiudicato, che sarebbe stato commesso da due persone. La causa scatenante sarebbe derivata dai contrasti generati dalla concorrenza nell’attività di noleggio di lettini sulle spiagge delle marine del Salento – attività in cui sia la vittima che gli aggressori erano impegnati – ma i cui reali motivi sarebbero legati invece alla gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti. Gli investigatori hanno accertato l’esistenza di una struttura organizzata e verticistica, con distinzione di ruoli, mansioni e gradi; i rapporti tra alcuni degli arrestati con esponenti di clan riconducibili alla Scu leccese e pugliese in generale, con i quali sarebbero stati stretti accordi; l’esistenza di basi logistiche e di una cassa comune; l’adozione di ritorsioni nei confronti degli affiliati che avessero violato le regole ed il ricorso alla violenza fisica per la risoluzione delle controversie anche nei confronti di cittadini comuni. L’associazione criminale, inoltre, utilizzava utente intestate a soggetti terzi estranei; e aggrediva commercianti danneggiando i loro negozi per convincerli a cedere alle richieste estorsive.
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