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Saluzzo candidata a Capitale Italiana della Cultura 2024

Pubblicato il 27 Aprile 2021

In provincia di Cuneo, Saluzzo si candida insieme alle Terre del Monviso a divenire Capitale italiana della Cultura 2024. Un percorso, più che un traguardo, che sicuramente dona valore aggiunto ad un territorio ricco di bellezze uniche. Tesori artistici ed architettonici dell’antica capitale del Marchesato si fondono qui con la cultura occitana delle Alpi Cozie. Una terra disseminata di storie autentiche che la rendono operosa, ospitale e fruttuosa. 

Crocevia tra la Pianura Padana e il Monviso, Saluzzo riveste da sempre un ruolo significativo: eclettica negli stili artistici che la contraddistinguono, la cittadina trova nell’evento “C’è Fermento” il miglior messaggio caratterizzante di quella che è una realtà locale in continuo movimento verso il futuro. Radici ben salde, dunque, con prospettive su orizzonti lontani. 

Questa è la prima città alpina a candidarsi quale Capitale italiana della Cultura, grazie al coordinamento del progetto turistico Terres Monviso che mette in rete 68 comuni italiani e d’oltralpe secondo principi di condivisione e aggregazione. 

Saluzzo – Museo civico Casa Cavassa

“Partendo proprio dal ruolo centrale di legame con le sue valli e dal protagonismo giovanile, Saluzzo si candida con le Terre del Monviso. – dichiara Alida Anelli, Consigliere di Amministrazione dell’ATL del CuneeseUna scelta strategica che potrà alimentare un processo collettivo, aggregante e condiviso. Un percorso che non parte da oggi ma che è cresciuto negli anni e che ha portato a una progettazione congiunta di respiro non solo locale ma nazionale e europeo. Ritengo vincente l’aver scelto di porre al centro della progettazione i giovani perché sono il motore di sviluppo locale delle nostre comunità. Saluzzo lavora da anni in questa direzione e in rete con enti locali, istituzioni culturali e associazionismo. Credo dunque che si presenti oggi un’occasione fondamentale per finalizzare e rendere competitivo un percorso che ha in sé radici profonde sia in termini di rapporti umani che di crescita collettiva.”