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Saman

Saman: il padre accusato del suo omicidio venerdì sarà processato a Reggio Emilia (VIDEO)

Pubblicato il 1 Settembre 2023

Shabbar Abbas, accusato dell’omicidio della figlia Saman avvenuto nel 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, ed estradato dal Pakistan in Italia, è arrivato nella notte a Roma. 

L’uomo ha viaggiato a bordo di un Falcon 900 dell’Aeronautica militare. Proveniente da Islamabad, il Falcon 900 è atterrato poco dopo la mezzanotte sulla pista dell’aeroporto di Ciampino.

Il padre di Saman ha fatto il viaggio in silenzio.

Lo ha detto il maggiore Maurizio Pallante, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio Emilia. Il pachistano, accusato dell’omicidio insieme a quattro familiari, è in corso di trasferimento in un carcere emiliano, non è stato detto quale. In conferenza stampa il procuratore Gaetano Calogero Paci ha riferito che “a seguito di interlocuzioni con il capo del Dap” viene trasferito in un istituto dove non ci sono altri imputati. Non è previsto dalle norme che venga interrogato nelle prossime ore, anche vista la fase avanzata del dibattimento. 

Sbarcato dall’aereo, l’uomo è stato preso in consegna dalla polaria di Ciampino, è stato condotto presso il locale ufficio di polizia giudiziaria dello scalo romano, dove gli è stato notificato il decreto di custodia cautelare e il verbale. 

“Il quadro cautelare non è completato e continueremo a lavorare perché l’ordinanza venga integralmente eseguita”. Lo ha detto il procuratore di Reggio Emilia Gaetano Calogero Paci, parlando dell’indagine sulla morte di Saman: l’ordinanza riguarda il padre, appena estradato, lo zio e due cugini imputati e la madre, Nazia Shaheen, unica ancora latitante e per cui il provvedimento deve essere eseguito. Anche per Nazia c’è la richiesta di estradizione. “Continueremo a lavorare in silenzio”, ha specificato Paci. 

“E’ la prima volta che una estradizione attiva viene concessa, dal Pakistan, non era mai successo”. L’ok “fa anche ben sperare su una buona prospettiva di riuscita di un accordo più ampio”, tra Italia e Pakistan, che “sappiamo essere in fase di gestazione, per creare un sistema di relazioni bilaterali più stabile”, ha aggiunto Paci. Il magistrato ha ricordato che “in Italia ci sono 200mila pakistani regolarmente censiti e la presenza, non solo nella nostra provincia, ma nel nostro Paese, di questa nazionalità, è particolarmente folta”.

“Un passo in avanti affinché – dopo un atroce delitto – la giustizia possa compiere fino in fondo il suo percorso: il padre di Saman Abbas è stato estradato dal Pakistan ed è ora in viaggio verso l’Italia”, ha detto ieri ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

“Dopo mesi di richieste e attese -ha aggiunto Nordio – il governo di Islamabad ha accolto la richiesta del ministero della Giustizia per l’estradizione in Italia di Shabbar Abbas, imputato a Reggio Emilia per la barbara uccisione della figlia Saman”. 

Anche la premier Giorgia Meloni ha commentato il fatto, sottolineando che l’estradizione “è un passo avanti importante per consentire alla giustizia di fare il suo corso”. “È il frutto della grande e costante determinazione dimostrata in questo caso così delicato e complesso da tutte le autorità italiane. Determinazione, lavoro e impegno che hanno dato frutti e che, unitamente alla collaborazione mostrata dalle autorità pakistane, ci permettono ora di ottenere questo obiettivo così significativo”, ha concluso Meloni. E secondo il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, l’estradizione in Italia “è frutto anche di un grande lavoro diplomatico. Grazie al Pakistan per la cooperazione. Ora la giustizia farà il suo corso”. 

Il legale in Pakistan: “La famiglia ha sbagliato tutto”

      E dopo l’estradizione in Italia di Shabbar Abbas, il suo avvocato in Pakistan, Akhtar Mehmood, si è sfogato, dichiarando all’ANSA: “La famiglia di Shabbar ha preso una decisione sbagliata coinvolgendo un altro avvocato nell’appello presso l’Islamabad High Court (Ihc), il quale non era a conoscenza delle procedure del tribunale e non è riuscito ad ottenere esito favorevole dalla corte”, ha detto Mehmood, aggiungendo che la famiglia di Saman ha “praticamente fallito nel comunicare con il governo del Pakistan”

I capitoli della vicenda

L’arresto e l’estradizione del padre di Saman non sono stati facili. Prima bisognava trovarlo, poi che la polizia pachistana lo arrestasse. Ed è avvenuto nel Punjab a metà novembre 2022, dopo un anno e mezzo di latitanza. La mancanza di precedenti e di accordi tra Italia e Pakistan rendevano complessa la procedura e lo testimoniano gli oltre 30 rinvii delle udienze per discutere la legittimità della richiesta del ministero della Giustizia italiano.

L’ok dei giudici di Islamabad è arrivato finalmente il 4 luglio, il consenso del Governo pachistano il 29 agosto. L’8 settembre Abbas potrà essere in aula, in presenza e non più in collegamento video, davanti alla Corte di assise reggiana che lo sta processando insieme a quattro familiari per aver assassinato la 18enne, probabilmente strangolata, e averne nascosto il corpo, ritrovato in una buca, non lontano da casa, il 18 novembre scorso.

Quel giorno, l’8 settembre, sarà sentito come testimone l’altro suo figlio, il fratello minore di Saman, che con le sue parole ha contribuito a rafforzare il quadro a carico dei parenti. Carabinieri e Procura di Reggio Emilia accusano Shabbar di avere agito in concorso con la moglie Nazia Shaheen, l’unica ancora ricercata, e con i cugini della ragazza Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, arrestati nei mesi seguenti al delitto in Francia e Spagna, oltre che con lo zio e fratello del padre Danish Hasnain, anche lui rintracciato in territorio francese.

Proprio Danish ha indicato agli inquirenti dove scavare per trovare il cadavere, sepolto nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 in un casolare diroccato. Poche ore dopo Shabbar e la moglie presero un volo per il Pakistan. Ora un altro aereo lo ha riportato  nel Paese dove lavorava come agricoltore e dove aveva vissuto con una famiglia che ormai non c’è più.