Pubblicato il 26 Settembre 2022
“In che genere ti identifichi”? Se si pone questa domanda all’influencer Samuele Bartoletti, certamente risponderà con “nessuno”. Infatti, in un’intervista a Today, decide di raccontare il lungo percorso che ha fatto su sé stesso, dall’accettazione del proprio corpo a quella che ha dovuto ottenere dagli altri.
Samuele è un creator di 24 anni, che lavora maggiormente su Tik Tok e Instagram. Il suo obbiettivo principale è sensibilizzare il pubblico verso le tematiche di inclusione del mondo LGBT+, attraverso l’arte, la moda e il cinema, le sue più grandi passioni.
L’infanzia e il bullismo
L’infanzia e l’adolescenza per Samuele non sono state per niente facili. Infatti, afferma che spesso indossava una maschera, “a volte era salda, a volte lo era meno. E, in quest’ultimo caso, qualcuno vedeva ciò che ero e provava a prendermi di mira”. Inoltre, non era riuscito nemmeno a confrontarsi con i propri amici, per nascondere ciò che considerava difetti, o meglio, ciò che la società li rendeva tali.
Per quanto riguarda i genitori, non ha mai fatto un vero e proprio coming-out (ma nemmeno con gli altri). Ha cercato di dimostrare a piccole dosi, con delle dimostrazioni reali, che non c’era nulla che non andava in lui; semplicemente voleva essere visto per come era. I genitori però – soprattutto la madre -, erano particolarmente preoccupati, in quanto temevano che “uscire allo scoperto”, gli avrebbe causato ancora di più problemi e discriminazioni. Ma Samuele ormai ne è convinto, lui adesso è una persona diversa, più forte, capace di affrontare la situazione.” Ancora oggi ripenso a lui e mi sembra di ricordare un’altra persona”, afferma il creator.
La rinascita grazie ai social
Samuele, ha iniziato a utilizzare i social per potersi esprimere liberamente, senza pensare al giudizio altrui. Di seguito le sue parole: “In me le persone trovano un esempio sul quale contare per trovare coraggio. Quando indosso un abito, non considero se è maschile o femminile: lo indosso e basta, perché mi piace e mi fa stare bene, a prescindere”.
Infatti, è suo solito indossare abiti categorizzati come “femminili” e spesso ha anche partecipato a sfilate. La sua prima sfilata, a Firenze, fu una delle prime volte in cui si sentii apprezzato. “Gli stessi stilisti erano felici di farmi sfilare. Il fatto di sentirmi apprezzato mi ha dato ulteriore forza per continuare ad esprimermi. Lì ho capito, ancora una volta, che quei difetti che la società considera tali non valgono più, quando sei felice di te stesso”, racconta a Today.
Le ispirazioni e la paura del futuro
Tra le sue maggiori fonti di ispirazione vi è Frida Kahlo. Grazie a questa meravigliosa artista, Samuele ha trovato qualcuno in cui rispecchiarsi ma anche trovare la forza. Infatti, lui stesso ha iniziato a creare autoritratti contornato di fiori, così come voleva essere nella realtà. Samuele attualmente si dichiara soddisfatto, quello che per lui era solo un sogno e qualche schizzo su una tela, adesso può ammirarlo allo specchio.
Ma non basta. Nel suo futuro vede l’arte ancora tra le sue maggiori passioni: “voglio continuare ad esprimermi attraverso un mezzo artistico, ma non so individuare un campo preciso. Più che la recitazione però amo stare dietro alla telecamera, occuparmi quindi di regia e sceneggiatura”, dichiara il creator.
Ma, in futuro cosi florido, non mancano di certo le paure, soprattutto in campo politico. Samuele non si sente rappresentato dalla classe politica attuale, che “sembra essere ancora molto indietro sulle tematiche di inclusione”. “Alcune forme di libertà vengono soppresse perché bollate come anomale” – afferma Samuele -. “Un bambino – continua – deve essere cresciuto da una persona che lo ama, che gli insegna il rispetto verso se stesso e verso gli altri. E non è detto che questo arrivi per forza da un padre o da una madre. Questo deriva da una persona buona, senza guardare al genere”, commenta per quanto riguarda le adozioni omogenitoriali.