Ancora un colpo di scena a Sanremo 2023. Sul palco dell’Ariston, nella serata di ieri, la penultima di quest’edizione, è stato il turno dei duetti. Trai 28 in gara, uno di quelli che era più atteso e ha fatto sicuramente più discutere è stato quello degli Articolo 31 e Fedez. Il front-man degli Articolo ed il marito di Chiara Ferragni erano già stati in passato protagonisti di un binomio artistico e musicale fortunatissimo, prima dei vari litigi che li avevano allontanati. Ora, i rapporti si sono stabilizzati, tanto da formare questo duetto a Sanremo 2023. Fedez, però, in un modo o nell’altro è destinato a far discutere. Dopo la sua esibizione, durante la seconda serata, in cui si è scagliato apertamente contro questo governo, attraverso un suo pezzo, ieri sera è arrivato il momento di farlo insieme a J-Ax e Dj Jad. I tre, sulle note di una storica canzone degli Articolo, “Ohi Maria” hanno invitato Giorgia Meloni a legalizzare le droghe leggere. “Giorgia, legalizzala”. Questo il loro slogano sarcastico e provocatorio durante il medley degli Articolo 31.
La risposta del governo, però, non si è fatta attendere e non poteva essere altrimenti vista la risonanza mediatica che ha il Festival, e in particolar modo questo Sanremo 2023. “Il nostro governo non legalizzerà mai la cannabis e nessun tipo di droga”. Forte e chiaro è arrivata quindi la replica del governo sulla questione. D’altronde i membri dell’esecutivo di Giorgia Meloni non possono minimamente dirsi sorpresi dal copione recitato da Fedez sul palco dell’Ariston. Anche per questo, quindi, le loro risposte sono arrivate a breve giro di posta. Sanremo 2023, come al solito, è stata l’occasione per lanciare messaggi politici su tutti i fronti. A rispondere direttamente a Fedez e ad agli Articolo 31, ribadendo la posizione del governo su tutte le droghe è stato Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. “La Cannabis è una droga a tutti gli effetti e rappresenta un pericolo in quanto è in grado di provocare seri problemi a chi la consuma. È altrettanto rischioso far passare il messaggio che si tratti di una sostanza innocua e che, tutto sommato, almeno una volta nella vita andrebbe provata come esperienza personale Non regge nemmeno il discorso della sottrazione di un business alle mafie”. Antoniozzi, poi, ha fatto notare come a suo giudizio l’uso terapeutico che è già presente in medicina è un altro discorso, mentre è fondamentale far sì che il governo difenda “i giovani da queste sostanze che sono nocive”.
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