La classifica è stata stilata in base al gradimento della nuova giuria delle Radio e del Televoto.
La serata del festival di Sanremo decolla subito con il talento puro di Giorgia.
Ma è il ritorno di Giovanni Allevi, dopo due anni di cure per il mieloma, a lasciare il segno.
Avvolto dal caldo abbraccio del pubblico, che lo accoglie con una lunga ovazione, il musicista racconta il suo percorso nel dolore e innalza il suo inno alla bellezza della vita e della solidarietà: “All’improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti ad un pubblico da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto, alla Konzerthaus di Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che sull’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima”, spiega.
E ne elenca qualcuno, “la gratitudine nei confronti della bellezza del creato”, “la riconoscenza per l’affetto, la forza, l’esempio che ricevo dagli altri pazienti, i guerrieri, così li chiamo” e la certezza che, “quando tutto crolla e resta in piedi solo l’essenziale, il giudizio che riceviamo dall’esterno non conta più”. Cita Kant, scopre i ricci grigi ricresciuti e poi suona Tomorrow, brano scritto durante i lunghi ricoveri.
Ma prima avverte: “Non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l’anima”. Tutti in piedi per lui, anche l’orchestra.
La standing ovation dell’Ariston premia anche Giorgia, che trent’anni dopo incanta con E Poi, giocando con i ghirigori della voce. Anche il medley è da brivido: Oronero, Gocce di memoria, Quando una stella muore, Di sole e d’azzurro, Come saprei. Tutti in piedi anche per Loredana Bertè, che entusiasma con la sua Pazza.
Occasione sprecata invece con John Travolta: dopo aver accennato i passi di Saturday Night Fever e Grease con il fan Amadeus, finisce con il ballare imbarazzato la qua qua dance con Fiorello. E i social non perdonano. All’inizio però la star di Hollywood rende omaggio a Fellini: “Ho visto per la prima volta La strada a quattro anni, mi sono innamorato di Giulietta Masina”.
Dopo la maratona di trenta artisti della prima serata, in questa seconda serata sono stati in quindici ad esibirsi, presentati dagli altri colleghi.
La Sad stupisce ancora con un look inaspettato: smoking e creste colorate giù. Ma la sorpresa è dietro l’angolo, anzi dietro le spalle. Quando si girano il retro della giacca ritrae il volto di Amadeus versione punk. Il trio, a caccia di punti Fantasanremo, ne approfitta anche per un veloce twerking. Sono sul palco per presentare Renga e Nek, nella serata in cui gli artisti in gara per la prima volta presentano altri artisti in gara.
Standing ovation per Giorgia, co-conduttrice della serata accanto ad Amadeus, alla fine della sua esibizione sulle note di E poi. L’artista romana, in frac dalle lunghissime code e short, ha incantato il pubblico in sala. Con la sua voce si prende l’Ariston e ne fa quello che vuole. Il brano la portò alla ribalta 30 anni fa, e per festeggiare la ricorrenza Ama entra sul palco con una torta sulla quale svetta una candelina.
Poi Giorgia torna sul palco e con Amadeus tira fuori dal baule di ricordi le musicassette, che sessant’anni fa resero la musica “portatile”.
E una nuova standing ovation per l’artista quando ha proposto un medley dei suoi successi chiuso da ‘Come saprei’, canzone vincitrice di Sanremo nel 1995.
“Volevo tornare su quello che ho detto ieri sera. Quando sono tornato a casa ho cominciato a leggere qualcosa e mi sono preoccupato quando ho visto che il mio era un messaggio politico. Io non volevo essere politico: in vita mia ho fatto tante cazzate, peccati anche gravi, ma non ho mai pensato di avvicinarmi alla politica”. Così Dargen D’Amico dopo aver cantato la sua Onda Alta, torna sul messaggio lanciato nella prima serata per un cessate il fuoco in Medioriente. “Ero guidato dall’amore e dalla sensazione che sono sempre più le cose che abbiamo in comune e su quello mi vorrei concentrare”, ha concluso.
Poco prima, Diodato, nelle vesti del cantante presentatore, ha accolto Dargen D’Amico dicendo: “Sono molto contento di presentarti, soprattutto dopo le belle parole che hai detto ieri e che condivido pienamente”.
Saranno due vivacissimi ermellini le Mascotte dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026. Hanno fatto il loro debutto sul palco del Festival di Sanremo. La Mascotte dal manto chiaro si chiama Tina e rappresenterà i Giochi Olimpici Invernali del 2026. Milo, il fratello dal manto bruno, sarà invece il testimonial dei prossimi Giochi Paralimpici Invernali. I loro nomi sono i diminutivi di quelli delle due località protagoniste: Tina da Cortina, Milo da Milano.
“Fatemi fare una cosa, un’occasione più unica che rara”. Gianluca Ginoble de Il Volo, dopo aver cantato con i suoi compagni di trio il brano Capolavoro, ha preso il mazzo di fiori offerto da Amadeus ed è corso in platea per raggiungere sua madre e donarglieli. Gianluca ha abbracciato sua mamma e ha poi salutato anche il fratello, seduto accanto.
Un caldo, lungo applauso ha accolto Giovanni Allevi all’Ariston, al suo ingresso in scena dopo due anni di assenza e di battaglia contro la malattia.
“L’Ariston è diventato la più grande balera d’Europa. Viva il liscio, viva la Romagna”: così Amadeus ha salutato il gruppo Santa Balera, composto da esponenti della generazione Z, un’orchestra di 15 musicisti e 10 ballerini, che si sono esibiti all’Ariston insieme a Mirko Casadei nell’omaggio ai 70 anni di Romagna mia. “Il più giovane è il bassista dei Santa Balera, ha 12 anni”, ha detto il conduttore e direttore artistico, portando sul palco lo spartito originale di Romagna mia del maestro Secondo Casadei, zio di Raoul, papà di Mirko. “E’ la tradizione del liscio che continua”, ha detto Amadeus, concludendo: “Non dimentichiamo il dramma vissuto dalla Romagna”.
“Dedico il mio brano a tutta la comunità queer, amatevi liberamente: potete farlo”. Così BigMama al termine dell’esecuzione del suo brano La Rabbia non ti basta. La giovane artista ha colto l’occasione anche per fare punti al Fantasanremo battendo il cinque con Il Tre, che l’ha presentata, prendendo una scopa e twerkando.
Il ballo del qua qua: è questa l’idea che è venuta a Fiorello per coinvolgere John Travolta in un numero insolito. E così l’interprete della Febbre del sabato sera e di Grease, dopo aver ‘pagato dazio’ con il fan Amadeus sul palco accennando i passi dei sui celeberrimi film, esce dal teatro e, piuttosto imbarazzato, partecipa alla gag.
“Da essere umano voglio ringraziare il maestro Giovanni Allevi per l’ennesima lezione che ci ha dato”, dice Stash, alla fine dell’esibizione con The Kolors al ritmo travolgente di Un ragazzo una ragazza.
Ascolta, accogli, accetta, impara, verità, accanto, no (“che definisce il perimetro della nostra volontà, la più alta dichiarazione d’amore che si possa fare”), insieme (“la parola più preziosa, quella su cui investire per il futuro”): sono le nuove parole dell’amore, quelle scelte dallo scrittore Matteo Bussola per far capire che “cambiare si può e si deve” contro la violenza sulle donne, portate sul palco dell’Ariston dal cast di Mare Fuori.
“Quando la musica incontra un palco così, tutto diventa magico”: con queste parole Amadeus ha celebrato l’architetto Gaetano Castelli, “artefice di questa arte” accompagnandolo sul palco dell’Ariston per consegnargli l’applauso del pubblico. Castelli ha firmato le scenografie di tutti i cinque Festival consecutivi di Amadeus. In totale ha realizzato 22 scenografie per Sanremo (la prima nel 1987, edizione da ascolti record condotta da Pippo Baudo e vinta da Umberto Tozzi, Enrico Ruggeri e Gianni Morandi ndr) di cui le ultime nove, inclusa questa, insieme alla figlia Chiara. E’ stata la stessa Chiara a consegnare al papà il Premio 60 anni di carriera – Città di Sanremo. Gaetano Castelli ha detto “grazie alla Rai, agli addetti alla scenografia, macchinisti, costruttori, pittori, decoratori e a tutti quelli che contribuiscono “.
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