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Santa Maria di Licodia, maltrattata e sequestrata dal compagno. Salvata dai Carabinieri

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È importante ricordare che i Carabinieri sono sempre pronti ad aiutare. Se sei vittima di maltrattamenti, puoi chiedere supporto chiamando il 112 NUE o il 1522, entrambi disponibili h24, o recandoti presso un qualsiasi presidio dell’Arma dei Carabinieri presente sul territorio nazionale. “Non rimanere in silenzio… chiedi aiuto!”

Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania presta massima attenzione alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere, avvalendosi di una rete di monitoraggio composta da militari formati e specializzati in questa delicata materia.

I Carabinieri della Stazione di Adrano hanno arrestato in flagranza un uomo di 31 anni, originario di Catania ma residente a Santa Maria di Licodia, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona.

L’intervento è stato avviato intorno alle 20:40, quando la Centrale Operativa di Paternò ha ricevuto una richiesta di aiuto da una donna residente a Brescia, la quale segnalava che una sua amica, che vive a Santa Maria di Licodia, era stata appena vittima di un’aggressione fisica da parte del compagno convivente.

Immediatamente, è stata inviata una pattuglia della Stazione di Adrano, che si trovava già in servizio di pattugliamento, e che ha raggiunto l’abitazione della vittima in pochi minuti. Giunti sul posto, i militari hanno notato che le luci dell’appartamento erano spente e non si sentivano rumori provenienti dall’interno. Insospettiti da questa calma apparente, hanno deciso di bussare insistentemente alla porta. Dopo alcuni istanti, un uomo visibilmente confuso e disorientato ha aperto la porta, dichiarando di sapere il motivo della loro visita e ammettendo di aver “fatto un guaio con la sua compagna”.

Preoccupati da questa dichiarazione, i Carabinieri hanno bloccato subito l’uomo e sono entrati nell’abitazione per verificare le condizioni della donna. La vittima, una straniera di 29 anni, è stata trovata nella camera da letto in evidente stato di shock. Alla vista dei militari, è scoppiata in lacrime, chiedendo aiuto. Rassicurata, quindi, dai militari dell’Arma, ha mostrato loro i lividi sulle gambe e sulle braccia, segni evidenti delle percosse e dei morsi inflitti dal compagno durante le aggressioni, alimentate da una morbosa gelosia.

La giovane donna ha spiegato ai militari che da tempo stava svolgendo lavori saltuari per mettere da parte il denaro necessario a fuggire e tornare nel suo paese d’origine. Tuttavia, l’uomo ostacolava ogni suo tentativo di autonomia, arrivando a gestire addirittura la SIM del suo smartphone e decidendo quando potesse utilizzarlo.

Gli approfondimenti investigativi hanno rivelato che la loro relazione durava da sette anni e che, fin dall’inizio della convivenza, il 31enne aveva mostrato un comportamento prevaricatore e possessivo, che era evoluto dalle aggressioni verbali a quelle fisiche.

L’ultimo episodio di violenza, infatti, è stato scatenato dal fatto che la donna, quella mattina, avrebbe dovuto recarsi al lavoro, cosa questa, che ha fatto infuriare il compagno a tal punto da picchiarla e segregarla in camera da letto.

La donna, nonostante tutto, è riuscita a chiedere aiuto contattando un’amica a Brescia tramite il Wi-Fi di casa, alla quale diceva di avvisare le Forze dell’Ordine per farla liberare.

L’uomo, consapevole della gravità del suo comportamento, è stato immediatamente arrestato e portato in caserma, mentre la vittima è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale di Paternò. Qui, i medici le hanno stilato un referto con una prognosi di 5 giorni per le lesioni e le contusioni subite.

L’uomo, già noto per comportamenti simili nei confronti della compagna, è stato messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato l’arresto ed emesso un provvedimento cautelare. Attualmente, l’uomo è detenuto nel carcere di Piazza Lanza.

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Redazione Catania

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