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Santa Rosalia, l’arcivescovo invoca un mare solidale

Pubblicato il 15 Luglio 2020

Per Santa Rosalia, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, invoca un mare solidale nei confronti dei migranti. «Le parole profetiche non mancano all’arcivescovo di Palermo. Ieri, nel suo discorso alla città, in occasione del Festino di Santa Rosalia, ha lanciato un grido di dolore per la sorte di tanti migranti forzati che trovano la morte nei campi di concentramento libici o nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. Un grido di dolore per dire “basta con gli stratagemmi internazionali, con i respingimenti, basta con le leggi omicide […] basta con questo egoismo omicida e suicida! Basta con questa miopia!», scrive su Facebook Ufficio Migrantes di Messina.
Qui di seguito una parte del discorso che il vescovo ha dedicato alle migrazioni forzate.

Corrado Lorefice, pagina Fb di Ufficio Migrantes di Messina.

«Volgere lo sguardo verso il Mediterraneo. (…) Consentimi, nostra cara Santuzza, stasera di volgere lo sguardo a questo mare, al Mediterraneo (…).
È lo stesso mare nel quale oggi finiscono le vite e le speranza di tante donne e di tanti uomini dell’Africa e dal Medio Oriente, spinti dalla fame e dalla guerra verso il nostro Occidente e sottoposti per questo ad un esodo disumano: abbandonati nel deserto, catturati e torturati nei campi di concentramento libici, lasciati morire in mare o magari crudelmente respinti. Apro il mio cuore davanti a te stasera, cara Santuzza nostra, perché la pandemia sembra essere diventata un motivo ulteriore di disinteresse, di chiusura e di respingimento. Come se il nostro malessere fosse una scusa buona per chiudere la porta in faccia a quanti, ancora una volta da noi, hanno ricevuto, dopo secoli di soprusi e di rapine, anche il virus che si trova sui barconi», ha affermato Corrado Lorefice.

«Giorni fa, addirittura, abbiamo avuto l’ardire di rimandare in Libia, nei campi di concentramento, un bambino neonato. È stato il colmo dell’abiezione. E stasera davanti a te io devo gridare basta: basta con questo egoismo omicida e suicida! Basta con questa miopia! Se il virus non ci ha insegnato che il destino del mondo è uno solo, che ci salveremo o periremo assieme; se la pandemia ci ha resi ancora più pavidi e calcolatori, facendoci credere di poter salvare il nostro posto al sole, siamo degli illusi, dei poveri disperati. Basta con gli stratagemmi internazionali, con i respingimenti, basta con le leggi omicide. I “traditori degli ospiti”, ricordiamocelo, Dante li getta nel fondo dell’inferno (cfr La Divina Commedia. Inferno, Canto XXXIII). Ma l’inferno per questi nostri fratelli è diventata, per causa nostra, questa terra. È diventato questo «mare salato» di cui cantava il poeta, salato per le lacrime dei disperati che vi sono affondati senza riparo, senza una mano che li soccorresse, nella distruzione di ogni speranza. Per questo chiedo il tuo sostegno, Rosalia, perché il mare di Palermo, il nostro Mediterraneo, torni ad essere uno spazio di pace e di concordia tra i popoli. Un mare dolce, un mare ospitale», ha concluso l’arcivescovo di Palermo.