Pubblicato il 29 Aprile 2024
- Dopo la condanna dei genitori, il giovanissimo era stato affidato alle cure di una zia .
I suoi genitori gli avevano rovinato la vita. Soprusi, maltrattamenti continui che erano venuti alla luce nel 2019 all’interno di quella che era stata chiamata la casa degli orrori, ad Arzachena, dove il bambino veniva rinchiuso nella sua cameretta senza poter uscire. La scorsa mattina – dopo anni – il tragico evento. Il giovanissimo ho deciso di togliersi la vita proprio nella casa della zia “buona”, dove era stato accolto dopo che i suoi genitori erano stati arrestati con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona nei suoi confronti. Nonostante però la definitiva condanna in Cassazione dei familiari, per lui poco era cambiato.
Continue violenze
Per mesi e mesi il ragazzo – che all’epoca dei fatti aveva 11 anni – aveva subito violenze psicologiche e fisiche. Veniva infatti segregato al buio nella sua cameretta, con la porta e le finestre sbarrate. Senza mai ricevere nulla da mangiare e da bere. Il giovanissimo era riuscito a chiedere aiuto con un cellulare senza scheda. Aveva composto il 112 e i carabinieri si erano presentati immediatamente nella “casa degli orrori”, in campagna, mettendo fine alle continue vessazioni. La scorsa mattina il tragico epilogo, che ha sconvolto un’intera comunità. Ed è stata proprio la zia “buona” a trovare il corpo senza vita di suo nipote. Purtroppo inutili tutti i tentativi di salvargli la vita da parte dei medici del 118: il suo cuore aveva già cessato di battere da tempo.