Pubblicato il 31 Ottobre 2023
Era in fila con la sua auto carica di droga nella banchina del porto di Olbia quando – la scorsa mattina – ha abbassato il finestrino per parlare con i poliziotti che gli stavano segnalando che il traghetto non sarebbe partito per il maltempo. Gli agenti, però, sono stati assaliti da un inconfondibile e forte odore di marijuana che proveniva da alcuni pacchi sistemati nel sedile posteriore della sua Fiat Doblò. Ben 22 chili di droga. Fabio Trevisan, 55 anni, residente a Olbia, imprenditore nel settore dell’edilizia e dell’autonoleggio, è stato così arrestato dalla polizia ed è stato portato in carcere in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto. L’uomo, ieri mattina, davanti al gip Caterina Interlandi, ha rilasciato diverse dichiarazioni spontanee, assicurando che non aveva la minima idea di che cosa potessero contenere quei pacchi che trasportava nella sua auto. L’imprenditore ha infatti detto al giudice che il suo era un viaggio di lavoro, per il quale era stato pagato, e che non pensava assolutamente di trasportare chili e chili di droga. Non si sarebbe nemmeno insospettito, anche perché – ha affermato il 55enne – dopo aver avuto il Covid, non sentiva più gli odori. I pacchi sarebbero dovuti essere consegnati a Milano.
Dichiarazioni sospette
La difesa messa in atto dall’imprenditore, durante l’udienza di convalida dell’arresto, non ha però convinto il pubblico ministero Alessandro Grosso. Il magistrato ha infatti chiesto al giudice l’applicazione della misura cautelare in carcere. Di diversa opinione l’avvocato difensore del 55enne, l’avvocato Giampaolo Murraghile, che si è chiaramente opposto alle richieste del pubblico ministero. Alla fine il giudice per le indagini preliminari ha concesso all’uomo gli arresti domiciliari, in attesa che dagli investigatori vengano accertate le dichiarazioni rese durante l’udienza di convalida. L’intervento delle forze dell’ordine al porto dell’Isola Bianca di Olbia, la scorsa mattina, era stato richiesto per ragioni di ordine pubblico. La nave Tirrenia, a causa del forte maestrale, aveva infatti saltato la corsa. Per questo i poliziotti stavano avvertendo tutti i passeggeri, che si sarebbero dovuti imbarcare, di lasciare il porto perché la partenza era stata cancellata.