Una condanna pesante e molto dolorosa. Due mesi e venti giorni, con la condizionale della pena, per la mamma che – due anni fa – trovò il suo bambino di diciotto mesi annegato in un piccolo laghetto. Di quelli che per capirci si usano come arredo dei giardini. Proprio all’interno della loro villetta, nelle campagne di Taniga, a Sassari. Ieri mattina il giudice del Tribunale, ha emesso la sentenza: la pena più bassa che potesse infliggere. Così come aveva chiesto il pubblico ministero, al termine della discussione durante il processo. Una punizione lieve. Anche perché la vera condanna, dolorosa e pesante, l’ha avuta la mamma del piccolo, proprio il giorno in cui ha perso il suo bambino. Probabilmente per una disattenzione. Ieri mattina, il giudice per le indagini preliminari Gian Paolo Piana, ha messo fine ad una dolorosissima vicenda giudiziaria. Che vede protagonista una giovane donna sassarese, assistita dall’avvocato Gabriela Pinna Nossai. Una condanna scaturita da un atto dovuto. E cioè la contestazione “dell’omesso controllo che avrebbe causato la morte del bambino per annegamento”, si legge nelle carte.
Una tragica fatalità
Secondo quanto ricostruito durante il processo, la tragedia sarebbe andata in scena nel maggio di due anni fa. Il piccolo stava giocando con la sorellina di tre anni nel giardino della villetta dei genitori. E per una tragica fatalità era annegato in un piccolo laghetto in plastica, che era stato sistemato dai genitori a due passi da casa. La mamma stava preparando il pranzo, mentre il padre era appena rientrato dal lavoro. La donna, che stava tranquillamente cucinando, sentiva la figlia parlare e chiaramente pensava stesse parlando con il fratellino mentre giocava. Dopo pochi minuti, avendo finito di preparare il pranzo, aveva chiamato i figli a tavola. La prima a raggiungere la casa era stata la sorellina. All’appello mancava però il fratellino. La giovane donna aveva chiesto alla bimba dove fosse e lei avrebbe risposto di non saperlo. A quel punto entrambi i genitori si sono preoccupati. E dopo essere corsi fuori hanno trovato il piccolo con il volto immerso nell’acqua. Immobile. La sorellina piangeva e la telefonata ad un’ambulanza del 118 è stata immediata. Purtroppo però il luogo in cui era accaduta la tragedia – nelle campagne di Taniga, a Sassari – non era facilmente raggiungibile dall’ambulanza. Per questo i sanitari hanno dato appuntamento alla coppia vicino all’ospedale San Camillo. Ma – nonostante i tentativi di rianimazione- dopo poche ore di ricovero il cuore del piccolo aveva cessato di battere.
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