La sua vicina di casa era diventata una vera e propria fissazione, morbosa. Al punto che già in passato la donna – madre di un bambino piccolo – aveva già denunciato l’uomo ai carabinieri. Un’ossessione che però lo scorso lunedì è sfociata in una vera e propria aggressione, con il vicino che urlava brandendo in mano un grosso coltello. Introno alla mezzanotte, infatti, l’uomo si sarebbe introdotto nel giardino dell’abitazione della donna e avrebbe iniziato ad urlare: “Ti taglio la gola, ti uccido” con l’arma in mano. La vicina, terrorizzata, ha immediatamente composto il 112 e in pochi minuti i carabinieri hanno raggiunto la sua abitazione. Il 50enne, chiaramente, aveva già fatto perdere le sue tracce e i militari hanno raccolto la testimonianza della donna. La giovane, nonostante l’agitazione, ha fornito una descrizione molto precisa dell’uomo e in brevissimo tempo i carabinieri sono riusciti a identificarlo e l’hanno portato in caserma. Si trattava appunto del vicino di casa che già più volte l’aveva presa di mira, perché probabilmente si era invaghito di lei ricevendo sempre il suo rifiuto. Per questo motivo – assicurano gli investigatori – l’uomo avrebbe iniziato a perseguitarla.
Il vicino a processo
Dopo aver passato una notte in caserma, ieri mattina, il cinquantenne è stato portato in tribunale dagli stessi carabinieri che lo avevano arrestato. Si è presentato in aula insieme ai suoi due avvocati, Francesca Arru e Pina Zappeto, di fronte alla giudice Monia Adami. L’uomo ha deciso però di avvalersi della facoltà di non rispondere e il pubblico ministero Paola Manunza, dopo aver letto attentamente il verbale e considerando i precedenti dell’uomo, ha chiesto “la misura della custodia cautelare in carcere”, si legge nelle carte. I difensori dell’uomo invece hanno proposto gli arresti domiciliari o un divieto d’avvicinamento alla vicina. Il giudice però, dopo una brevissima camera di consiglio, ha accolto le richieste del pubblico ministero. L’uomo infatti è stato portato in una cella del carcere sassarese di Bancali, dove attenderà il processo. Anche se i suoi avvocati hanno annunciato che presenteranno un’istanza al tribunale della libertà, per riesaminare la misura cautelare in carcere. Probabilmente chiederanno gli arresti domiciliari chiaramente con l’applicazione del braccialetto elettronico. Una misura che però dovrà essere accettata al parere della persona offesa, cioè la sua vicina di casa.
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