Si mette in moto la macchina organizzativa per celebrare, come da tradizione, l’anniversario dello sbarco degli Alleati, datato 10 luglio 1943.
Questa mattina, al Comune, il sindaco Lucio Greco e l’assessore Cristian Malluzzo hanno incontrato una delegazione del Comando di Telecomunicazioni e Computer NCTS della base USA di Sigonella formata, tra gli altri, dal Comandante dell’NCTS Capitano di Fregata Bryan A. Evans e dal Responsabile delle Relazioni Esterne della NAS americana Alberto Lunetta.
Presenti, in rappresentanza del Kiwanis Club che da anni segue e co-organizza le celebrazioni, il presidente Diego Lana, il segretario Pippo Abbate e Franco Di Silvestre, componente del direttivo.
Si inizia a lavorare al programma, dunque, che quest’anno non dovrebbe prevedere il momento commemorativo di Ponte Olivo. Al suo posto la scopertura del monumento ai caduti che il Rotary Club sta facendo realizzare al lungomare, vicino all’ex dogana. Ulteriori dettagli saranno stabiliti e comunicati in seguito.
Nel luglio 1943 le forze alleate Anglo-Americane sbarcano in più punti della Sicilia. In particolare, alle ore 2,45 del 10 luglio iniziano gli sbarchi a Gela e il golfo venne invaso da una straordinaria forza navale mai vista prima. La resistenza italiana altrove fu travolta, ma non a Gela, dove, sul litorale, si scatenò una furiosa battaglia.
“É un dovere celebrare la memoria dei tanti caduti di quei giorni cruciali per le sorti della nostra Nazione – ha esordito il Sindaco Greco – e siamo qui, come sempre, pronti a tributare i giusti onori. Un ringraziamento va al Kiwanis per la fattiva collaborazione. É con grande piacere che ci apprestiamo ad organizzare ancora una volta questa toccante cerimonia, che, negli anni, è entrata nel dna dei gelesi ed è diventata anche un momento di condivisione e gemellaggio tra la comunità locale e quella americana”.
Il Sindaco ha colto l’occasione dell’incontro con la delegazione di Sigonella per riaccendere i riflettori sulla questione del pontile sbarcatoio, che l’amministrazione comunale intende salvare ma sul quale pende la spada di Damocle della demolizione. Non è escluso che, prossimamente, il Primo Cittadino possa recarsi all’Ambasciata americana a Roma per chiedere una reale collaborazione al governo statunitense e cercare di recuperare e salvare insieme la struttura.
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