Questa volta Michele Misseri non avrà altre condanne. La Corte d’Appello di Lecce ha sancito la conclusione dell’ultimo processo a suo carico per intervenuta prescrizione. Lo zio di Sarah Scazzi è in carcere a Lecce da febbraio 2017, dove sta saldando il suo debito con la giustizia, di otto anni di reclusione per soppressione del cadavere della nipote; delitto commesso il 26 agosto 2010 ad Avetrana, il giorno della misteriosa scomparsa di Sarah.
Era imputato per calunnia ai danni del suo ex difensore Daniele Galoppa e della sua ex consulente, la criminologa Roberta Bruzzone, entrambi parte civile in questo procedimento. Condannato in primo grado dal Tribunale e assolto in appello dalla Sezione distaccata di Taranto della Corte d’Appello di Lecce, Misseri, a ottobre dello scorso anno, è stato rispedito sotto processo dalla Cassazione che ha annullato l’assoluzione con rinvio ad altra Sezione, quindi a Lecce, per un appello bis. Il processo si è concluso con una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione. I giudici hanno confermato le statuizioni civili e hanno condannato Misseri al pagamento delle spese processuali in favore di Galoppa e Bruzzone.
Misseri, difeso in quest’ultimo processo dall’avvocato Ennio Blasi di Statte, rispondeva di calunnia in quanto nel corso del dibattimento sul delitto della nipote, davanti alla Corte d’assise di Taranto, ha accusato Galoppa e Bruzzone di averlo indotto ad accusare ingiustamente la figlia Sabrina. La sua (ennesima) versione dei fatti è stata smentita dalla ricostruzione processuale e lui è finito sotto processo due volte.
Non solo per calunnia ma anche per autocalunnia in quanto ha accusato se stesso pur essendo innocente, come scritto nella sentenza della Cassazione diventata definitiva il 21 febbraio 2017, nel tentativo di scagionare la moglie Cosima Serrano e la figlia Sabrina e di evitare loro all’ergastolo che hanno rimediato nei tre gradi di giudizio. Anche
il processo in cui Misseri rispondeva di autocalunnia, quello sui depistaggi, “Scazzi bis”, lo scorso mese di giugno, si è concluso con la presa d’atto della prescrizione da parte della Corte d’Appello di Taranto. In primo grado, Misseri era stato condannato a quattro anni di reclusione insieme ad alcuni testimoni. Col verdetto della Corte d’Appello di Lecce sul processo “Scazzi ter” sembrano essersi concluse le vicende giudiziarie della famiglia Misseri.
Almeno davanti ai tribunali italiani. Infatti a Strasburgo pende il ricorso del professor Franco Coppi contro la sentenza di condanna all’ergastolo a carico di Sabrina e di sua madre Cosima, entrambe detenute nella casa circondariale di Taranto. Mentre nelle aule giudiziarie si sono esaurite gli ultimi filoni scaturiti dal processo reality, il caso Scazzi torna in tv con un’altra docufiction. Questa volta in una serie di 4 puntate “Sarah. La ragazza di Avetrana”; inizierà il 23 novembre prossimo in prima serata su Sky Documentaries. A distanza di 11 anni da quel 26 agosto i riflettori restano ancora accesi.
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