Pubblicato il 13 Luglio 2022
Dieci giorni alle primarie del campo progressista. E i candidati, dopo una prima fase di fair play – a dire il vero un po’ glicemico – hanno deciso di intingere la penna nell’arsenico. A scagliare il primo fendente contro le avversarie, è stato ieri Claudio Fava con un post al fulmicotone su Facebook con cui ricostruisce, con tipica prosa neorealista, gli interrogativi che lo hanno abitato nel corso del dibattito tra candidati del giorno prima: “A Ragusa – scrive il deputato regionale – soffia un refolo di aria, ci ascoltano in duecento, curiosi e attenti. Secondo confronto, si discute di trasporti, mobilità, infrastrutture. Io osservo le mie sfidanti, le ascolto e mi chiedo: ma perché si sono candidate?”. Se lo chiede, concede Fava, “senza malizia, senza astio. Me lo chiedo perché non lo so. Perché vorrei sentire nelle loro parole un’idea, un’intuizione, la disponibilità ad un rischio. Perché so – conclude il presidente della commissione regionale antimafia – che non puoi pretendere di saper governare la Sicilia solo perché ti sei fatta l’esperienza di un anno da sottosegretario o perché consideri la tua elezione un atto d’amore per la Sicilia”. Un vero è proprio colpo sotto la cintura, sferrato, in particolare, contro quella che Fava pare considerare, forse a ragione, l’avversaria più ostica della competizione, la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia.
E la risposta dell’esponente Cinquestelle, non meno mordace, non tarda ad arrivare: “Claudio Fava – attacca Floridia su Facebook – fa politica da 31 anni ed è un po’ la contraddizione vivente di se stesso, dice di volere donne e giovani in politica ma il suo progetto non è altro che lui. Nome e cognome. Sempre e comunque”. Due righe al vetriolo, la candidata M5S, le dedica anche alla candidata Pd Caterina Chinnici, “una persona ammirevole ma ha l’aria di essere più un tecnico della politica, invece la Sicilia ha bisogno di una guida politica. Di una visione”. The show must go on.