Per lo sciopero nazionale organizzato dall’Unione degli Studenti, Link – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza, scontri con la polizia al corteo pro Palestina delle scuole superiori a Torino.
Quindici poliziotti dei reparti mobili hanno fatto ricorso alle cure del pronto soccorso dopo essere stati coinvolti nello scoppio di un ordigno artigianale, che ha dato luogo a esalazioni urticanti.
Bruciato un fantoccio raffigurante il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
“E sarebbero questi gli interlocutori democratici? La scuola italiana non ha bisogno di replicanti degli estremisti degli anni ’70”, commenta Valditara, inviando “massima solidarietà” agli agenti di polizia “vilmente aggrediti da un gruppo di criminali”.
“La violenza non è mai la risposta, soprattutto quando si tratta di esprimere un’opinione”, dice il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo.
“Inutile dire che il governo non si farà intimidire, ma è desolante pensare che qualche parlamentare od opinionista radical chic si scandalizzerà perché definisco i facinorosi comunisti ‘zecche rosse’ anziché preoccuparsi dell`aggressione sistematica alle donne e agli uomini divisa, ai quali va la mia totale solidarietà”, scrive su X il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.
“L’odio avvelena il dibattito. La violenza e le minacce non possono essere mai accettate”, commenta il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
“Episodi di violenza intollerabili a Torino, stavolta senza pretesto di altre iniziative, ora la condanna sia unanime”, aggiunge il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Solidarietà agli agenti feriti arriva anche dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto: “La condanna dell’aggressività sia unanime”.
La manifestazione è stata molto partecipata in tutte le grandi città.
Sotto lo slogan “Vogliamo Potere”, gli studenti chiedono una scuola “che sia davvero inclusiva, libera da logiche di sfruttamento e subordinazione al mondo del lavoro e della guerra, e in grado di rispondere ai bisogni di chi la vive”.
Tra le rivendicazioni “un’istruzione pubblica gratuita e accessibile, svincolata dagli interessi privati, dalle logiche di profitto e dall’ambito bellico; la tutela del benessere psicologico nelle scuole; e un sistema di rappresentanza che dia agli studenti reali possibilità di decidere nelle proprie scuole”.
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