Pubblicato il 31 Ottobre 2023
Quella appena passata è stata ribattezzata l’estate degli scontrini pazzi, dove i ristoratori per un motivo o per un altro hanno applicato dei sovrapprezzi non sempre graditi ai clienti. I 50 centesimi per un cubetto di ghiaccio nel caffè o i 20 euro aggiuntivi per il servizio del taglio della torta sono solo alcuni degli episodi più eclatanti dell’ultima estate e, dopo un breve periodo di silenzio, tornano ad essere protagonisti gli scontrini pazzi.
Teatro di un nuovo episodio da “scontrino pazzo” è un ristorante di Chions, in Friuli Venezia Giulia, dove una donna ha chiesto al ristoratore un cartone per portare via la pizza non consumata interamente dal bambino. Il cameriere ha acconsentito alla richiesta, ma grande è stata la sorpresa della cliente quando ha scoperto che quel cartone le era costato 30 centesimi in più.
I fatti
La scena che si è verificata al ristorante di Chions è piuttosto abituale: ormai è prassi, anche consigliata per ridurre lo spreco di cibo, chiedere ai camerieri la cosiddetta doggy-bag per portarsi via gli avanzi da consumare il giorno dopo.
La cliente ha dunque chiesto un cartone per portare a casa la pizza non consumata dal figlio, ma ha sgranato gli occhi quando ha scoperto che quel servizio costava 30 centesimi in più, segnato in modo evidente sullo scontrino sotto la voce “Box pizza”. Non è stato tanto il costo aggiuntivo, che è irrisorio, ad aver infastidito la donna, quanto piuttosto il gesto di chiedere soldi per un cartone.
“Solo a me fa tanta miseria? – si è sfogata la donna sui social che ha poi aggiunto – Sinceramente o è la prima volta che guardo lo scontrino o è la prima volta che mi mettono in conto il box al ristorante”.
La replica dei ristoratori
Episodi del genere sono ormai all’ordine del giorno e i ristoranti, già in estate, si sono compattati come un sol uomo per far fronte alle tante accuse di prezzi eccessivi piovute su di loro.
Molti ristoratori, pur comprendendo che i rincari stanno colpendo le famiglie, hanno replicato che anche loro devono fare i conti con gli aumenti spasmodici dei prezzi, a partire da quello dell’energia elettrica e delle materie prime.
Tra l’altro questi rincari sono arrivati subito dopo la pandemia, quando i locali avevano bisogno di “respirare” maggiormente. Non a caso molti bar hanno aumentato il prezzo del caffè e in alcuni locali il prezzo della tazzina dopo un certo orario aumenta.
Si sono comunque create due fazioni: quella dei clienti che ritengono ingiustificati e troppo eccessivi i rincari, e quella dei ristoratori che replicano spiegando che ogni tipo di servizio offerto rappresenta un costo per loro è quindi va pagato.