Scuola, le nuove direttive in caso di contagio

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A quasi due mesi dall’inizio della scuola, scattano in tutta Italia le nuove regole sulla gestione dei positivi nelle classi, con l’obiettivo di mantenere il più possibile le lezioni in presenza. Secondo le nuove indicazioni, la quarantena scatta in automatico solo in base a un piccolo focolaio con tre casi in una classe. L’isolamento dei casi, la quarantena dei contatti e le tempistica per il rientro in classe sono sotto la responsabilità delle autorità sanitarie

A quasi due mesi dall’inizio della scuola, scattano in tutta Italia le nuove regole sulla gestione dei positivi nelle classi, con l’obiettivo di mantenere il più possibile le lezioni in presenza. Secondo le nuove indicazioni, la quarantena scatta in automatico solo in base a un piccolo focolaio con tre casi in una classe.

L’isolamento dei casi, la quarantena dei contatti e le tempistica per il rientro in classe sono sotto la responsabilità delle autorità sanitarie. Ma fino al loro intervento, “nell’immediatezza della conoscenza del caso positivo”, l’Istituto attiva una procedura “standardizzata”, che non comporta alcune valutazione discrezionale di carattere sanitario, si legge nella circolare che accompagna il nuovo protocollo per la gestione dei casi positivi, firmata dal direttore generale della prevenzione sanitaria, Giovanni Rezza, e dal capo dipartimento del ministero dell’Istruzione Jacopo Greco.

In particolare, il dirigente scolastico o un suo delegato, come prima azione informa il Dipartimento di Prevenzione (DdP) della presenza del caso positivo a scuola, individua i “contatti scolastici”, ossia “i bambini appartenenti alla stessa sezione/gruppo del caso positivo per i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia”, “i compagni di classe del caso positivo (per la scuola primaria e secondaria)”, “il personale scolastico che ha svolto attività in presenza per almeno 4 ore nello stesso ambiente del caso positivo”.

Poi “sospende temporaneamente le attività didattiche in presenza per i contatti scolastici”, “trasmette ai contatti scolastici le indicazioni standardizzate preventivamente predisposte dal DdP” e “segnala al DdP i contatti scolastici individuati”. 

Il rientro a scuola dei soggetti sottoposti a sorveglianza con testing può avvenire con il certificato rilasciato dai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica. Mentre, per soggetti posti in quarantena si prevedono misure differenti in funzione dello stato vaccinale o dell’esito del test, “tali dati non sono nella disponibilità della scuola e quindi non vanno trattati”.

Il nuovo protocollo prevede provvedimenti – di responsabilità dell’autorità sanitaria – diversi a seconda della fascia d’età degli alunni e dello status vaccinale. In presenza di un caso positivo, i compagni di classe fanno un test il prima possibile, definito “T0”, e se il risultato è negativo si potrà rientrare a scuola, e poi uno dopo 5 giorni; nel caso di due positivi i vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi fanno la sorveglianza con testing, i non vaccinati la quarantena; nel caso di tre positivi va in quarantena tutta la classe.

Un caso ancora diverso è quello dei servizi dell’infanzia: per i più piccoli è previsto un test subito e una quarantena di dieci giorni, al termine dalla quale dovranno effettuare un test; per i loro insegnanti la valutazione è in carico alle autorità sanitarie, dipende da tempo di permanenza nella stanza e dal contatto diretto con il caso positivo. Il preside sospende “in via eccezionale ed urgente” le lezioni nel caso in cui le autorità sanitarie “siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente”. 

“Oggi siamo al 94,5% di vaccinati con prima dose e 92,5% di vaccinati con seconda dose. Io per primo ho richiesto la terza dose per tutti, tutto il personale ha risposto con un’immediata capacità di assumersi questa responsabilità, anche nei confronti dei propri ragazzi. L’obbligo vaccinale può essere introdotto ma, sulla base del proprio senso di responsabilità, il personale scolastico si è già largamente vaccinato. Se a quel 94,5% si aggiungono le persone che non possono vaccinarsi per motivi di salute, siamo prossimi al 100%”.

Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ospite a Che tempo che fa. Sulle modalità di isolamento delle classi: “Abbiamo lavorato in collaborazione con il Ministero della Salute, il CTS, e le Regioni e uniformato le regole in tutto il Paese. Questo ha dato più certezze e grande attenzione a tutte quelle situazioni e funzioni che vengono prima che un ragazzo possa essere rilevato positivo, come il tracciamento. Anche la percentuale di vaccinati tra i ragazzi è molto alta, sopra il 70%, e in particolare tra i 16 e i 19 anni si raggiunge l’84%: c’è stata una risposta corale e responsabile in tutto il Paese. Sicuramente ora bisogna fare attenzione ai più piccoli. Il senso di responsabilità e di solidarietà sono parte stessa del nostro sistema educativo”.

Sulla maturità 2022: “Ci stiamo lavorando, finché non saremo completamente usciti dal Covid-19 dobbiamo mettere i nostri ragazzi in totale sicurezza. Do un giudizio buono di quello che abbiamo fatto quest’anno, i nostri ragazzi non hanno fatto ‘tesine raffazzonate’ ma hanno raccolto questo momento di riflessione profonda per riflettere anche sulla propria condizione personale, di persone che hanno vissuto gli ultimi anni di scuola superiore con la sofferenza di non essere presenti. Teniamo conto della massima sicurezza e della capacità dei ragazzi di esprimere sé stessi. L’abbiamo visto a Glasgow, lo vediamo in Italia, dobbiamo anche noi imparare dai nostri ragazzi”.

Lo stesso ministro, poi, aggiunge: “Entro novembre 5 miliardi per nuovi edifici”.

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Tullio Luccarelli

Cultura deriva dal verbo latino colere, "coltivare". Sono uno studente di filologia moderna presso l'Università degli studi di Bari Aldo Moro. Scrivere è la mia passione, raccontare è il mio dovere.

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