A scuola con plaid, cappelli e cappotti a Sant’Antimo, dove i termosifoni sono spenti o malfunzionanti. Molti studenti negli istituti scolastici del paese sono costretti a seguire le lezioni in condizioni quasi proibitive.
Tra l’altro, per via delle normative anti-Covid, gli insegnanti devono lasciare le finestre aperte per garantire il riciclo dell’aria. Una situazione insostenibile per alunni e docenti negli istituti di Sant’Antimo, dagli asili alle medie inferiori.
Le mamme degli alunni della scuola elementare “Giacomo Leopardi” stanno preparando una protesta negli uffici comunali. Da ricordare che il Comune è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche ed attualmente è amministrato da 3 commissari prefettizi
Ecco quanto ha raccontato una mamma al consigliere Francesco Borrelli: “Il comune è in deficit e non accendono i riscaldamenti, tra l’altro gli impianti non sono neanche stati controllati. I bambini seguono le elezioni con cappotti, cappelli e plaid ma hanno sempre molto freddo così spesso per non fargli fare delle assenze li mandiamo a scuola ma poi andiamo a riprenderceli. Il problema non è solo in questa scuola ma in tutte”.
Il problema termosifoni riguarda tanti altri paesi nell’hinterland napoletano. Ecco quanto dichiarato dal consigliere Borrelli: “Abbiamo inviato delle comunicazioni alle direzioni scolastiche dei vari istituti per aver ben chiaro il quadro della situazione. Intanto abbiamo chiesto all’Ufficio Scolastico Regionale di verificare cosa accade in tutti gli istituti e di intervenire.
Con le temperature basse che si stanno registrando è impensabile che gli studenti ed insegnanti siano costretti a fare lezione senza riscaldamenti con il rischio che molti di loro possono ammalarsi, come tra l‘altro già sta avvenendo, da quel che ci è stato raccontato. Se non ci saranno riscontri nelle prossime ore, procederemo con un esposto alla Procura della Repubblica”.
Foto: pagina Facebook Francesco Borrelli
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