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Biden

Le imbarazzanti scuse di Biden: “Flop al confronto con Trump? Tutta colpa di…”

Pubblicato il 3 Luglio 2024

C’è ancora grande sconcerto tra i democratici dopo la prestazione imbarazzante del presidente Biden nel confronto con Trump. Amnesie, balbettii e frasi senza un senso logico che, secondo Biden, avrebbero un unico colpevole: il jet lag accumulato nelle ultime settimane, durante le quali si è recato due volte in Europa, compreso il G7 in Puglia.

Le scuse di Biden: “Colpa del sonno”

L’attuale presidente americano ha detto ad una raccolta fondi che ha sbagliato a non dare ascolto al suo staff, poiché nel corso dei recenti viaggi ha attraversato circa 15 fusi orari che lo hanno mandato in confusione. “Non è una scusa, ma una spiegazione” – ha precisato Biden.

Qualcuno ha espresso forti dubbi sulle condizioni fisiche e mentali del presidente, ma Karine Jean-Pierre, portavoce della Casa Bianca, ha rassicurato tutti spiegando che Biden non soffre di Alzheimer, né di demenza senile né di altre malattie degenerative.

Come detto Biden il mese scorso si è recato prima in Francia e poi in Italia, facendo tappa in Puglia per il G7 per poi volare a Los Angeles dove ha partecipato ad una raccolta fondi con Barack Obama, prima di tornare a Washington il giorno dopo. Prima del dibattito del 27 giugno con Trump ha poi trascorso 6 giorni a Camp David.

La preoccupazione dei democratici

I funzionari della Casa Bianca hanno spiegato che, in occasione del faccia a faccia con Trmp, Biden era affetto anche da un forte raffreddore. Spiegazioni che comunque non hanno rassicurato i democratici, tra i quali crescono quelli che chiedono al presidente di fare un passo indietro.

Come riferito dal Guardian, ci sarebbero almeno 25 deputati della Camera dei rappresentati pronti a firmare un documento per chiedere all’attuale presidente di ritirarsi. In ogni caso in serata Biden dovrebbe incontrare i governatori democratici per tranquillizzarli sulle sue capacità fisiche e mentali. Le rassicurazioni di Biden potrebbero non bastare e cresce tra i democratici la fazione di chi chiede e vuole a viva voce un suo ritiro dalla corsa, per fare spazio ad un candidato più pronto e credibile.