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Senigallia

Senigallia, 15enne suicida. L’appello dei genitori: “Vittima dei bulli. La scuola deve licenziare chi non ha vigilato”

Pubblicato il 26 Ottobre 2024

“Fa male, fa tutto troppo male. Per questo chiediamo a tutti i genitori di Senigallia di essere uniti, di denunciare. Da fuori quella scuola sembra impeccabile, tranquilla, ma ogni giorno scopriamo qualcosa di marcio in più. Ci vuole chiarezza. Ci sono troppi ragazzi lì dentro ed evidentemente sono a rischio”. E’ il toccante, accorato appello dei genitori del 15enne che si è suicidato a Montignano di Senigallia, in provincia di Ancona.

Sono convinti che il loro figlio abbia deciso di togliersi la vita perché vittima di bullismo a scuola.

Affiancati dall’avvocato Pia Perricci, a Repubblica hanno anche annunciato che chiedono “Il licenziamento per chi a scuola ha sbagliato e vogliamo che vengano acquisti i telefoni dei tre ragazzi che abbiamo indicato”.

I genitori temono che siano stati condivisi dai bulli online video e foto o che terrorizzavano il 15enne di diffondere del materiale per estendere la persecuzione anche al di fuori della scuola.

“Alcuni studenti hanno detto che anche all’uscita veniva perseguitato. Noi abbiamo bisogno di sapere cosa sia successo davvero in questo mese”, rivelano i genitori.

La madre ha denunciato i compagni per gli atti di bullismo che il figlio grande difficoltà era riuscito a raccontarle. I genitori sono amareggiati anche dal fatto che gli accusati di bullismo non hanno mai chiesto un confronto con la famiglia,

“Anzi, uno di loro ha fatto di peggio. Su TikTok ha scritto un post chiaramente allusivo. Agli inquirenti faremo avere anche questo. Significa che non hanno capito nulla di quello che è successo. E noi sospettiamo anche che ci sia qualcosa di più”, sottolinea Pia Perricci.

“Speriamo si riesca a aprire il telefono di Leo. La verità è lì dentro, purtroppo è un iphone e ha un sistema di sicurezza difficile da bucare. Pensavamo di conoscere la password, ma evidentemente l’aveva cambiata di recente. Abbiamo trovato un foglio con dei codici, ma nessuno funziona, quindi dovrà essere mandato all’estero”, confida la madre.