Pontinia, la soluzione anti ‘puzza’ dopo l’incendio alla Sep non piace ai comitati: “Ci prendono per scemi…”

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Quando la toppa è peggio del buco. Si potrebbe riassumere in questo modo la posizione che i cittadini dei comitati Mazzocchio, Boschetto Gricillì e Macallè, Il Fontanile e Pontinia Ambiente hanno nei confronti di come si sta tentando di arginare le conseguenze dell’incendio che, domenica scorsa, ha distrutto uno dei capannoni della Sep, l’azienda di Pontinia dove si lavorano i rifiuti.

A sole 24 ore dall’incontro in Prefettura di venerdì 27 agosto – scrivono i comitati – si deve registrare un nuovo intoppo nella gestione dell’impianto di compostaggio Sep di Pontinia.

Il Sindaco e presidente della Provincia Carlo Medici – spiegano i cittadini – sentita l’azienda, ci aveva assicurato che l’amministrazione giudiziaria avrebbe provveduto in poche ore a sigillare il settore dato alle fiamme ormai 7 giorni fa. Così era stata informata la Prefettura con noi cittadini che pensavamo di poter tirare un sospiro di sollievo”.

Le cose, purtroppo non stanno così: “Evidentemente all’amministratore giudiziario Silvestri e al direttore dell’impianto Brida non è bastato capire che siamo stati noi cittadini a far partire l’indagine che ha portato al sequestro dell’impianto nel 2019 perché ancora ci prendono per incapaci di intendere e volere. Ci siamo trovati di fronte, questa mattina, a un capannone chiuso con delle reti ombreggianti. In sostanza vorrebbero farci credere che delle semplici reti siano in grado di trattenere i cattivi odori prodotti dal compost senza che questi si mischino con l’area esterna. Crediamo davvero di aver superato la soglia del ridicolo”. 

Non basta a rassicurare i cittadini lo spostamento dei rifiuti in un capannone attiguo a quello dato alle fiamme. “Anche nel capannone attiguo le finestre sono esplose e non sono ancora state riparate. La Sep, infine, non lavora per compartimenti stagni, è un unico stabilimento. Se la parte finale non è sigillata l’impianto di filtraggio non funziona correttamente e l’area non risulta isolata, di conseguenza noi moriamo di puzza perché è come se il compost macerasse a cielo aperto.” Semplici e logici le richieste dei comitati: “Pretendiamo che nel giro di poche ore vengano ripristinate le finestre nei locali non interessati direttamente dalle fiamme e che l’ultimo capannone venga isolato dal resto dell’impianto o innalzando un muro vero e proprio oppure, quantomeno, utilizzando dei pannelli isolanti ben sigillati. Abbiamo anche chiesto al sindaco Carlo Medici di emettere un urgente ordinanza per costringere l’azienda a fare quello che avrebbe già dovuto essere realizzato nei giorni scorsi”.

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Lidano Orlandi

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