Sequestrati beni per 600mila euro ad un noto pregiudicato leccese. Derivavano dalla vendita di armi e droga

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Dopo il blitz effettuato all’alba di ieri contro la criminalità organizzata pugliese, ancora un’operazione che va in questo senso. Sono stati sequestrati beni per 600mila euro, infatti, ad un noto pregiudicato leccese che in questi anni ha costruito una fortuna dalla vendita di droga e armi. Il Tribunale di Lecce – Sezione Riesame e Misure di Prevenzione – su proposta congiunta del Questore del capoluogo salentino e del Procuratore della Repubblica di Lecce, ha emesso un decreto di sequestro di prevenzione patrimoniale dei beni riconducibili ad un noto pregiudicato salentino, ritenuto socialmente pericoloso sulla base delle risultanze emerse dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Lecce. Lo stesso, arrestato in flagranza di reato, nell’aprile 2021, per detenzione di sostanza stupefacente finalizzata allo spaccio, fu condannato dal Gip del Tribunale di Lecce alla pena di anni 4 e mesi 2 di reclusione. Nel successivo mese di maggio, nel corso di un’attività di Polizia Giudiziaria, l’uomo fu ancora indagato per la detenzione di un ingente quantitativo di armi e di droga, fra cui 48 Kg di eroina e un Kalashnikov AK 47, rinvenuta a seguito della perquisizione domiciliare all’interno di un’abitazione in uso ad un suo familiare. La misura di prevenzione patrimoniale è stata eseguita dalla Divisione Anticrimine della Questura di Lecce, nella giornata di oggi nel territorio del comune di Lecce, rione San Pio.

Sequestrati beni per 600mila euro, ecco il risultato dell’attività investigativa

Le indagini patrimoniali sono state incentrate sulla ricostruzione del profilo criminale temporale e sull’analisi delle posizioni economico-patrimoniale del proposto e del suo nucleo familiare. Tra i beni sequestrati, del valore complessivo di circa 600mila euro, vi sono un’abitazione, due autorimesse, un locale, una quota societaria, un terreno, un’autovettura marca “Fiat”, una polizza vita, sei rapporti finanziari e fondi di investimento. I beni sequestrati sono stati il risultato, in particolare, di una complessa attività info-investigativa che ha permesso di ricostruire l’evoluzione del capitale, come reimpiego dei proventi derivanti da attività delittuose, in operazioni finanziarie dirette all’acquisto, cessione e successivo reinvestimento in titoli ed azioni. Di particolare evidenza la sottoscrizione di azioni in società di investimento a capitale variabile (cd. SICAV) anche di diritto lussemburghese e di Fondi esteri. L’attività operativa si inserisce nell’ambito delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali, agendo così a tutela e salvaguardia dell’interesse economico nazionale.

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Carmelo Dimitri

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