Dopo quelli avvenuti nei mesi scorsi, ancora un maxi sequestro di beni eseguito dalle forze dell’ordine salentine. Nella mattinata odierna la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento del Tribunale di Lecce finalizzato all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni criminali operanti sul territorio salentino. L’esecuzione, curata nell’operazione odierna, da parte del personale della Divisione Anticrimine, della Squadra Mobile della Questura di Lecce e dal personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Nardò ha riguardato un soggetto con ritenuta pericolosità generica e qualificata, così come emerge dai numerosi e specifici precedenti penali, attualizzata da recenti attività di indagine. Il destinatario del sequestro e della misura patrimoniale è ritenuto un affiliato “storico” della frangia neretina della Sacra Corona Unita, attiva nei territori dei comuni e delle marine di Nardò e Galatone. Al termine delle indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Lecce e dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Nardò, il destinatario dell’odierna misura, ritenuto quale presunto “capo e promotore” di un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, è stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita lo scorso mese di aprile, che ne avvalora l’ipotizzato spessore criminale.
Nei giorni scorsi, il Tribunale di Lecce – Sezione Riesame e Misure di Prevenzione – su proposta congiunta del Questore del capoluogo salentino e del Procuratore della Repubblica di Lecce, ha emesso un decreto di sequestro di prevenzione patrimoniale dei beni, ritenuti riconducibili proprio all’affiliato neretino della Scu, sebbene formalmente intestati a terzi che hanno, con il destinatario della misura, vincoli di parentela. Le indagini patrimoniali, condotte dalla Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniale della Divisione Anticrimine, sono state incentrate sulla ricostruzione del profilo criminale temporale e sull’analisi delle posizioni economico-patrimoniale del proposto e del suo nucleo familiare, accertando come il soggetto in questione, pur non avendo formalmente dichiarato redditi sufficienti a giustificare le sue rilevanti disponibilità economiche, avrebbe accresciuto il proprio patrimonio personale ed imprenditoriale, ricorrendo anche all’intestazione di beni a congiunti. Il sequestro, finalizzato alla successiva confisca, ha interessato tre autovetture di lusso, due attività commerciali (un bar ed un centro scommesse), un fabbricato e diversi conti correnti e depositi bancari, oltre a certificati di deposito per un valore complessivo di circa 400mila euro. L’odierno risultato operativo rappresenta la continuità delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali, agendo così a tutela e salvaguardia dell’interesse economico nazionale.
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