Pubblicato il 15 Novembre 2024
La Direzione Investigativa Antimafia, in seguito a mirate indagini personali e patrimoniali, ha posto i sigilli ad un complesso imprenditoriale e patrimoniale di origine mafiosa.
A seguito dell’accoglimento da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania della proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Catania e dal Direttore della D.I.A., il Centro Operativo etneo ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro di beni nei confronti di Salvatore Giuliano e di altri nove soggetti a questi vicini.
Salvatore Giuliano, classe 63′, inizia la sua carriera criminale sin da giovanissimo, i molteplici illeciti compiuti nel tempo, lo hanno portato a diventare vertice del consesso mafioso denominato per l’appunto clan GIULIANO, operante principalmente nel comprensorio territoriale di Pachino (SR) e Portopalo di Capo Passaro (SR) e storicamente legato al clan catanese dei CAPPELLO.
Personaggio dalla spiccata caratura criminale ed indiscussa pericolosità sociale, annovera una pluralità di delitti tra i quali, associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e molteplici delitti contro il patrimonio. Nel lungo percorso criminale che lo ha visto referente e protagonista nella figura di “capo mafia”, ha condizionato la libera scelta di un’intera comunità Pachino e territori limitrofi, con
particolare riferimento al mercato ortofrutticolo. In particolare, il boss GIULIANO, assegnava ed impartiva gli ordini ai suoi sodali, quali l’intimidazione ai produttori e commercianti di prodotti ortofrutticoli della zona, la riscossione delle estorsioni, il versamento nelle casse del clan del denaro delle attività illecite per il quale venivano utilizzate società e imprese agricole create ad hoc, il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti e la gestione dei parcheggi in zone turistiche.
In ultimo, Salvatore Giuliano, è stato condannato con sentenza nr. 100/2022 Reg. Sent. del 17.O1.2022 emessa dal Tribunale di Siracusa, alla pena di anni 24 di reclusione per i delitti di cui agli artt. 416 bis 1 c. 1 “associazione per delinquere di stampo mafioso” e art. 629 .2 C.P.- “estorsione”.
Il Decreto di Sequestro eseguito in data odierna dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia, ha permesso di porre i sigilli ai beni a vario titolo riconducibili al proposto ed in particolare n. 1 impresa individuale e la totalità dei beni aziendali e strumentali, n. 1 società di capitali e l’intero compendio aziendale della stessa, n. 1 autovettura, n. 24 beni immobili (terreni e fabbricati) intestati alle persone fisiche, rapporti bancari e postali di valore non inferiore ad euro 1.000,00, per un valore complessivo presunto di circa 3.000.000,00 euro.