“Come già ampiamente esaminato, numerosi elementi indiziari, costituenti dei tasselli fondamentali dell’impianto accusatorio del pm, non sono risultati sorretti da un sufficiente e convincente compendio probatorio”, scrivono i giudici.
Secondo i giudici ci sono elementi per individuare in altri soggetti i colpevoli, oltre che per ridisegnare la dinamica dell’omicidio.
Scrive la Corte: “A fronte di tali carenze probatorie nei confronti dei singoli imputati, si deve evidenziare come dall’istruttoria dibattimentale siano emersi consistenti e gravi elementi indiziari dei quali si deve necessariamente desumere l’implicazione nella commissione del delitto in esame di soggetti terzi, che sono rimasti ignoti. Ci si riferisce in primo luogo al rinvenimento di impronte dattiloscopiche all’interno dei nastri adesivi che legavano le mani e le gambe di Serena, impronte ritenute utili per l’identificazione e che non appartengono agli imputati. Su un’impronta, risulta inoltre essere stato rivenuto un profilo genetico misto con contribuente maschile, di cui è stata esclusa la paternità degli imputati”.
E ancora: “Ulteriormente, si deve rilevare il rinvenimento sui pantaloni e sugli scarponcini di Serena di tracce di Lantanio e Cerio, riconducibili ad una polvere a base di ossidi di cerio, utilizzata come polish, componente cui la stessa dovrebbe essere venuta in contatto quando era già in posizione supina, cosi assumendo una connotazione indiziaria particolarmente rilevante nella ricostruzione della dinamica delittuosa. Vale la pena di osservare come secondo la consulenza merceologica effettuata il polish è un prodotto che viene di solito impiegato nell’ambito dell’edilizia. Contesti rispetto ai quali non è stato provato alcun collegamento con gli imputati. Sulla base delle argomentazioni di fatto e di diritto innanzi esposti, così ricostruiti e valutati gli esiti dibattimentali, non si ritiene sussistente un quadro indiziario consistente, univoco e convergente che consenta di ritenere provata, oltre ogni ragionevole dubbio, la commissione in concorso, da parte degli imputati Franco Mottola, Marco Mottola e Anna Maria Mottola, del delitto di omicidio contestato”.
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