Sette terroristi italiani catturati in Francia

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Sette terroristi italiani sono stati catturati in Francia dalla Polizia nazionale francese, dal Servizio di cooperazione internazionale polizia (Scip), dall’esperto per la Sicurezza della Polizia italiana e dall’Antiterrorismo della Polizia italiana. Cinque appartenevano alle brigate rosse, due ad altre formazioni terroristiche di estrema sinistra. Giovanni Alimonti deve espiare 11 anni, 6 mesi e 9 giorni di reclusione e la misura di sicurezza della libertà vigilata per 4 anni per banda armata, associazione con finalità di terrorismo, concorso in violenza privata aggravata, concorso in falso in atti pubblici e altri reati, in quanto colpito da ordine di esecuzione pena emesso il 13 marzo 2008 dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma. Tra i vari delitti per cui risulta condannato figura anche il tentato omicidio del vice dirigente della Digos di Roma Nicola Simone il 6 gennaio 1982, nel corso del quale è rimasto a sua volta ferito all’avambraccio destro. Enzo Calvitti, colpito da ordine di esecuzione pena emesso dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma, deve espiare la pena di 18 anni, 7 mesi e 25 giorni di reclusione e la misura di sicurezza della lìbertà vigilata per 4 anni, per i reati di associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi, come da sentenza del 6 marzo 1992 della Corte d’Assise d’Appello di Roma. Roberta Cappelli deve espiare la pena dell’ergastolo con l’isolamento diurno di un anno per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato, attentato all’incolumità ed altro, in quanto colpita da ordine di esecuzione pena emesso il 24 novembre 1993 dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma. Tra gli altri reati risulta responsabile degli omicidi del generale dei Carabinieri E. Galvaligi (Roma, 31 dicembre 1980), dell’agente della Polizia di Stato Michele Granato (Roma, 9 novembre 1979), del vicequestore Sebastiano Vinci (Roma, 19 giugno1981) e dei ferimenti del dottor Domenico Gallucci (Roma, 17 maggio 1980) e del vicequestore Nicola Simone (Roma, 6 gennaio 1982). Marina Petrella deve espiare la pena dell’ergastolo con isolamento diurno per 6 mesi, per omicidio. In particolare, è stata condannata per: l’omicidio del generale dei Carabinieri E. Galvaligi (Roma, 31 dicembre 1980), il sequestro del giudice G. D’Urso (Roma, 12 dicembre 1980), l’attentato al vicequestore Nicola Simone (Roma, 6 gennaio 1982), il sequestro dell’assessore regionale della Democrazia cristiana Ciro Cirillo (Torre del Greco, Napoli, 27 aprile 1981) e l’uccisione dei due operatori di scorta. Sergio Tornaghi deve espiare la pena dell’ergastolo per partecipazione a banda armata, propaganda ed apologia sovversiva, pubblica istigazione, attentato per finalità di terrorismo e di eversione, detenzione e porto illegale di armi e violenza privata. Tra i reati per i quali è stato condannato rientra l’omicidio del direttore generale dell’impresa metalmeccanica “Ercole Marelli”, Renato Briano. Giorgio Pietrostefani, militante di “Lotta Continua”, destinatario di ordine di esecuzione pena emesso il 15 luglio 2008 dalla Procura generale della Repubblica di Milano deve espiare la pena di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni di reclusione per il reato di omicidio del Commissario di Polizia Luigi Calabresi (Milano, 17 maggio 1972). Narciso Manenti, appartenente all’organizzazione eversiva “Nuclei Armati Contropotere Territoriale”, deve espiare la pena dell’ergastolo per l’omicidio aggravato dell’appuntato dei Carabinieri Giuseppe Gurrieri, avvenuto a Bergamo il 13 marzo 1979, 2 anni e 6 mesi di reclusione per ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi e 3 anni e 6 mesi di reclusione per associazione sovversiva e partecipazione a banda armata, in quanto colpito da ordine di carcerazione emesso il 4 febbraio 1986 dalla Procura della Repubblica di Bergamo.

Intanto è caccia aperta in Francia ai tre ex terroristi sfuggiti alla cattura, disposta dalla presidenza francese su richiesta delle autorità italiane. Mancano all’appello, perché non trovati in casa dalla polizia francese, Raffaele Ventura delle formazioni comuniste combattenti; Maurizio Di Marzio delle Brigate rosse; e Luigi Bergamin, ideologo dei Proletari armati per il comunismo. (fonte: Askanews)

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Redazione Nazionale

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