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“Non puoi salire sull’aereo”. Il motivo è incredibile, duro sfogo di una modella brasiliana

Pubblicato il 23 Dicembre 2022

Juliana Nehme, 38enne modella e influencer brasiliana, lo scorso 22 novembre stava tornando a casa, dopo aver trascorso una vacanza con la sua famiglia in Libano, dove era arrivata senza problemi con un aereo della Air France.

I problemi sono però iniziati quando doveva prendere un volo da Beirut a Doha, poiché i responsabili della Qatar Airways le hanno negato l’imbarco e il motivo ha davvero dell’incredibile.

“Sei troppo grassa”, negato l’imbarco su un aereo ad una modella brasiliana

La compagnia aerea ha spiegato alla donna che non poteva salire perché era troppo grassa e al danno si è aggiunta la beffa, poiché non solo non le ha rimborsato il biglietto, ma le ha spiegato che per imbarcarsi avrebbe dovuto acquistare un posto per la prima classe, leggermente più ampio, alla modica cifra di 2.800 euro.

La modella ha quindi deciso di sfogarsi sui canali social, dove vanta ben 167.000 followers, scrivendo: “Mi stanno negando il diritto di viaggiare, sono disperata, aiutatemi, non vogliono che salga a bordo perché sono grassa”.

La donna si è sentita offesa e umiliata e ha aggiunto: “Per loro non sono un essere umano, ma un mostro grasso che non riesce a salire a bordo, è stato orribile. Non avrei mai immaginato di affrontare una cosa del genere. Ho perfino chiesto scusa a mia madre perché le ho impedito di tornare a casa, ma lei mi ha detto che non è colpa mia”.

La questione finita in Tribunale

La questione non è finita lì e Juliana ha deciso di portare in tribunale la Qatar Airways, la quale ha spiegato che la donna è stata scortese e aggressiva nei confronti del personale del check-in.

Una giustificazione che non è stata ritenuta sufficiente dal giudice Renata Martins de Carvalho, che ha stabilito il pagamento a carico della compagnia aerea di 72,90 euro per le cure della ragazza per ogni sessione di terapia settimanale per almeno un anno, per un totale di 3.498,24 euro.

Una sentenza che la stessa giudice ha definito “una pietra miliare nella lotta contro il pregiudizio”.