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Sgarbi, sindaco in direzione contraria: a Sutri multe a “chi porta la mascherina senza che sia necessario”

Pubblicato il 30 Agosto 2020

Continua a viaggiare in direzione ostinata e contraria, Vittorio Sgarbi. E così, mentre sindaci di ogni dove emettono ordinanze addirittura peggiorative rispetto all’ultimo Dpcm che impone obbligo di mascherina all’aperto dalle 18 alle 6 (ricordiamo per esempio il sindaco di Bitonto, Bari, che ha elencato i luoghi cittadini nei quali è obbligatoria indipendentemente dagli assembramenti), a Sutri, il comune del Viterbese del quale è primo cittadino,  “chi porta la mascherina senza che sia necessario sarà multato”.

L’ordinanza è arrivata venerdì scorso ed è ampiamente motivata. “In ottemperanza al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri”, vi si legge, “è proibito l’uso della mascherina nella Città di Sutri all’aperto per evidenti ragioni di salute e al chiuso, salvo che in caso di assembramento, dalle ore 18.00 alle 6.00 del mattino, come specificamente indicato dal Dpcm del 16 agosto 2020 che tutela dal rischio discoteche e non dalla convivialità, che impone di stare a tavola e mangiare senza mascherina”.

Dunque mascherina sì, ma con moderazione, ossia soltanto quando resa necessaria dall’esistenza di assembramenti. “In tutti gli altri casi, chi sarà visto portare la mascherina sarà multato in ordine alla legge 533/1977 in materia di Ordine Pubblico che all’articolo 2 prevede che non ci si possa mascherare in volto”, scrive il sindaco, che poi cita l’articolo in questione: “È vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. È in ogni caso vietato l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino […]”. Tale norma, anche con riferimento alle mascherine, è potenziata con il Decreto Legge 155/2005”.

Si tratta di norme poste a tutela dell’ordine pubblico, negli ultimi mesi si sono infatti succedute numerose rapine in uffici, farmacie, ma anche a danno di singoli cittadini favorite dall’uso indiscriminato della mascherina, che rende disagevole il riconoscimento di malfattori. L’ultimo episodio soltanto 5 giorni fa, in Piemonte, dove è andata a segno la rapina in ufficio postale messa in atto da un bandito in mascherina chirurgica d’ordinanza: bottino 10mila euro.

“D’altra parte, l’uso della mascherina in luoghi pubblici, salvo che per il personale dipendente, appare in evidente contrasto con il tempo dedicato alla nutrizione che prevede di assumere il cibo senza mascherina”, spiega poi il sindaco Sgarbi. “Appare quindi contraddittorio che dopo aver mangiato senza mascherina ci si alzi da tavola mettendosela. Si tratta di forme ridicole di ostentazione che nulla hanno a che fare con le esigenze sanitarie”.