Pubblicato il 25 Aprile 2021
Sì al Recovery plan: il Cdm approva. Ecco l’esito di un Consiglio dei ministri slittato alle ore 22 di ieri, dopo essere stato convocato per le dieci del mattino. Non sono mancate tensioni nella maggioranza. All’Europa, che chiedeva ulteriori garanzie, ha risposto Mario Draghi chiamando al telefono Ursula von der Leyen: “Non credo che dobbiamo fornire ulteriori spiegazioni, basta così. Ci vuole rispetto per l’Italia”. Esaminato infine dal Consiglio dei ministri il Piano nazionale di ripresa e resilienza, da inviare alla Commissione europea entro il 30 aprile. Domani sarà il Parlamento a esaminare il documento, illustrato dal ministro dell’Economia Daniele Franco. Parliamo di 221,5 miliardi, tra Pnrr e fondo complementare. Il pacchetto complessivo di interventi è pari a 221,5 miliardi. 191,5 miliardi sono relativi al Recovery fund vero e proprio (138,5 per nuovi progetti e 53 per sostituire coperture di progetti già in essere), 30,04 miliardi sono quelli del Fondo complementare alimentato con lo scostamento di bilancio, per i progetti che non rientrano nel Piano. Con queste parole, che costituiscono una premessa, Mario Draghi trasmette al Parlamento il testo del Pnrr.
Recovery plan, Pnrr: informativa di Daniele Franco
Il Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco ha svolto una informativa al Consiglio dei Ministri in merito al Piano per la ripresa e la resilienza, di cui all’articolo 18 del Regolamento (Ue) numero 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021, e al Fondo nazionale complementare. L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del programma Next Generation Eu (Ngeu), predisposto dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica e che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale. Si tratta del Dispositivo per la ripresa e resilienza (Rrf) e del Pacchetto di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori di Europa (React-Eu). Il solo Rrf garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, dei quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto, da impiegare nel periodo 2021-2026. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede un corposo e organico pacchetto di investimenti e riforme, con l’obiettivo di modernizzare la pubblica amministrazione, rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze, per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo, rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni. Si articola in 6 Missioni (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute) e 16 Componenti. Il Piano è in piena coerenza con i sei pilastri del Ngeu e soddisfa i parametri fissati dai regolamenti europei, con una quota di progetti “verdi” pari al 40 per cento del totale e di progetti digitali del 27 per cento. Il 40 per cento circa delle risorse territorializzabili sono destinate al Mezzogiorno, a testimonianza dell’attenzione al tema del riequilibrio territoriale. Il Piano è fortemente orientato all’inclusione di genere e al sostegno all’istruzione, formazione e occupazione dei giovani e contribuisce a ciascuno dei sette progetti di punta (European flagship) della Strategia annuale sulla crescita sostenibile dell’Ue. Gli impatti ambientali indiretti sono stati valutati e la loro entità minimizzata, in linea con i principi che ispirano il Ngeu. Il Governo intende attuare quattro importanti riforme di contesto: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza. Gli investimenti previsti avranno un impatto significativo sulle principali variabili macroeconomiche e miglioreranno in maniera importante gli indicatori sui divari territoriali, l’occupazione giovanile e quella femminile. Il programma di riforme potrà ulteriormente accrescere questo impatto. Inoltre, nel quadro di una più ampia e ambiziosa politica di ammodernamento del Paese, il Governo intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile, ambiente e clima, idrogeno, automotive, filiera della salute. Alle risorse previste dal Pnrr si aggiungono quelle della programmazione nazionale complementare, quelle rese disponibili dal React-Eu e quelle derivanti dalla programmazione dei fondi strutturali e di investimento Ue. (fonte: governo.it)