Pubblicato il 21 Febbraio 2021
Obiettivo immunità di gregge: non mancano gli ostacoli alla diffusione del vaccino (o meglio, dei vaccini). AstraZeneca intanto ha deciso un ulteriore taglio delle sue forniture all’Italia: questa settimana saranno consegnate dosi con una decurtazione tra il 10 e il 15%, secondo quanto comunicato a varie regioni. Intanto, in Italia si lavora al vaccino ReiThera. E’ basato su un adenovirus di gorilla, costruito in modo da non replicarsi nell’organismo e non integrare le informazioni genetiche che trasporta nel genoma umano. Questo adenovirus serve da vettore, ha cioè lo scopo di «trasportare» una sequenza di codice genetico: essa provoca la reazione del nostro sistema immunitario e lo spinge a sviluppare degli anticorpi. In particolare, il bersaglio di GRAd-COV2 è la proteina Spike che Sars-Cov-2 utilizza per aggredire le cellule umane.
Fondazione Veronesi: perché proprio un virus di gorilla
Perché proprio un adenovirus di gorilla? L’uso di questi virus è comune per trasportare nelle cellule l’mRna della proteina Spike: quella che ‘decora’ la superficie del virus, formando le caratteristiche protuberanze e agisce come una chiave permettendo l’accesso dei virus nelle cellule. Per alcuni dei vaccini sviluppati contro Sars-CoV-2 si utilizzano adenovirus umani, per altri si è scelto di ricorrere ad adenovirus di animali, come le scimmie (AstraZeneca utilizza adenovirus di scimpanzé). Il vantaggio è che gli adenovirus di questi animali non vengono riconosciuti immediatamente dal sistema immunitario umano.
Arriva ReiThera, il vaccino Made in Italy
A metterlo a punto è stata la biotech ReiThera, mentre il primo step del trial è stato svolto all’Istituto nazionale per le Malattie infettive Lazzaro Spallanzani e nell’unità di ricerca clinica dell’ospedale Borgo Roma di Verona. “Sul vaccino ReiThera la novità è che finalmente l’Istituto Superiore di Sanità e l’Aifa il 18 febbraio hanno dato l’ok alla fase due”. Lo ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, a margine dell’inaugurazione dell’acceleratore lineare per radioterapia presso il Policlinico Tor Vergata di Roma. “Speriamo di concludere entro l’estate anche la fase 3 – ha aggiunto – e di conseguenza di iniziare la produzione a settembre. Lo studio che è stato fatto è su 100 milioni di dosi l’anno”.
Il vaccino toscano potrebbe nascere con i fondi europei
Intanto la Toscana annuncia che sta pensando di produrre vaccini. “Stiamo pensando di usare i fondi europei destinati alla ricerca farmaceutica e in particolare ai vaccini per incentivarne la produzione: l’invito che rivolgo dunque alle aziende toscane è di attrezzarsi per dare seguito a questa opportunità“. Ecco quanto affermato da Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, che ha aggiunto: “Ho visto che nei finanziamenti europei che ci potranno arrivare con il Fesr 2021-27 noi possiamo anche poter stanziare verso la ricerca farmaceutica del vaccino risorse europee che avranno un carattere di priorità. Come Regione Toscana, più che andare a cercare a chissà quale mercato i vaccini, perché su quel versante noi ci manteniamo in armonia con lo Stato, ci vogliamo concentrare sul supportare chi si cimenta nella ricerca per la produzione di vaccini, perché i vaccini stessi sono il vero strumento per contrastare la pandemia e per farci ritornare tutti alla normalità”. (fonte: Agi, Ansa)