Pubblicato il 15 Novembre 2024
L’inchiesta sugli affari illeciti degli ultrà dell’Inter in curva ha scoperchiato un vero vaso di Pandora, da dove sono usciti fuori intrecci letali e marci tra tifo e crimine organizzato. Uno dei principali protagonisti di questa brutta storia è Andrea Beretta, ex capo ultrà dell’Inter accusato di essere l’esecutore materiale dell’uccisione di Antonio Bellocco, ex rampollo della ‘ndrangheta di Rosarno. Oggi Beretta, detto Berro, ha preso una decisione importantissima: ha deciso di collaborare e di raccontare cosa succedeva in curva e anche fuori, quindi entrerà nel programma di protezione. La scelta è arrivata dopo un lungo e intenso colloquio al carcere di San Vittore con il pm Paolo Storari, l’aggiunto Alessandra Dolci e i capi della Squadra Mobile.
Il pentimento di Andrea Beretta
Dalle indagini è emerso che Beretta ha assassinato Bellocco, con il quale gestiva gli affari illeciti in curva Nord. Insieme ad altri capi ultrà è indagato per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso. Dopo oltre 2 mesi dall’arresto per l’omicidio di Bellocco, il 4 settembre, Berro ha dunque deciso di collaborare con la giustizia.
La decisione è stata presa dopo il colloquio dell’ex capo ultrà con i magistrati milanesi titolari delle indagini sugli affari illeciti nelle curve dei tifosi dell’Inter e del Milan, che gli hanno spiegato che, se non avesse collaborato, avrebbe passato moltissimi anni in carcere. Dopo aver rifiutato più volte, alla fine Beretta si è deciso a collaborare.
L’omicidio di Bellocco
Beretta ha deciso di collaborare anche perché è ormai nel mirino della ‘ndrangheta, dopo l’uccisione di uno dei rampolli del clan di Rosarno. Non teme solo per la sua vita, ma soprattutto per quella dei suoi figli minori avuti dall’ex moglie. Per farli entrare nel programma di protezione ha dunque deciso di vuotare il sacco e di raccontare cosa succedeva dentro e fuori le curve, a partire proprio dall’omicidio di Vittorio Boiocchi risalente allo scorso 29 ottobre 2022, poco prima del match Inter-Sampdoria. Al momento quel caso è rimasto ancora senza colpevoli e, secondo le indagini, il movente sarebbe da ricercare proprio tra le lotte di potere interne alla curva. Beretta ha già lasciato intendere di sapere molto di questo assassinio.
Come ha spiegato l’inchiesta, quello di Bellocco sarebbe stato invece un “omicidio preventivo”, poiché come rivelato dal Fatto Quotidiano il rampollo della ‘ndrangheta aveva deciso di ucciderlo a sua volta. Sembra che Bellocco, in una riunione, aveva detto che Beretta doveva lasciare gli affari in curva altrimenti sarebbe stato ucciso. Bellocco avrebbe addirittura pensato a cosa fare dopo l’omicidio, cioè seppellire il corpo di Beretta nella calce viva. Uno degli uomini che avrebbe dovuto uccidere Beretta lo ha però avvisato che Bellocco voleva ucciderlo, per questo motivo da tempo girava armato. Il 4 settembre l’uccisione di Bellocco, che però prima riuscirà a sfilargli la pistola e sparare, ferendolo al fianco. I magistrati attendono con ansia le rivelazioni di Beretta, che potrebbe sollevare il velo sugli affari illeciti non solo allo stadio San Siro, ma in generale nella città di Milano.