Sibora Gagani, dopo 9 anni la svolta: l’orrore scoperto fra le pareti della casa dell’ex

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Potrebbe essere a una svolta il caso di Sibora Gagani, la 22enne italo-albanese scomparsa nel 2014 dalla città di Torremolinos, in Spagna, dove si era trasferita insieme al fidanzato.

Il corpo della ragazza sarebbe stato trovato nascosto in una cassa di legno, nascosta tra due pareti, nella casa in cui la giovane conviveva con il suo ex.

Non c’è ancora la conferma del Dna, ma secondo i media spagnoli gli inquirenti hanno pochi dubbi sul fatto che i resti appartengano alla 22enne italiana di origine albanese. Il principale sospettato del delitto è l’ex fidanzato di Sibora, un 45enne di Nettuno che di recente è stato arrestato in Spagna per il presunto omicidio della sua attuale fidanzata, Paula, di 28 anni, uccisa a fine maggio con 14 coltellate mentre era in casa.

I media spagnoli riferiscono che l’uomo avrebbe confessato l’omicidio di Sibora a un agente di polizia, ma la confessione non è stata poi confermata alla magistratura inquirente. Sta di fatto che nella giornata di martedì 6 giugno la polizia spagnola ha eseguito un blitz nell’appartamento in cui vivevano i due, trovando un corpo nascosto in un’intercapedine. Nella sua confessione (poi ritrattata), il 45enne avrebbe ammesso di aver ucciso la giovane fidanzata, sciogliendo il corpo nell’acido per poi murare i resti. In tutti questi anni, quello stesso appartamento è stato affittato ad altre famiglie, senza che nessuno fosse a conoscenza del tragico segreto che nascondeva.

Del caso si è occupato di recente anche “Chi l’ha visto?”. Intervistata da un inviato della trasmissione, la madre di Sibora, Elisabetta, ha raccontato che il presunto assassino era molto geloso e possessivo nei confronti della figlia. Pare che la Gagani volesse lasciare il suo compagno e per questo sarebbe stata accoltellata.

I due si erano trasferiti in Spagna da Nettuno, comune alle porte di Roma, tre anni prima della scomparsa della giovane. In quel periodo era solo Sibora a lavorare e il compagno, non trovando lavoro, le aveva proposto di andare a vivere in Andalusia. Una volta lì, la madre della donna li aveva raggiunti per qualche giorno. Ciò di cui era stata testimone però non le era piaciuto: “Litigavano pesantemente, anche davanti a me” ha raccontato la donna. “Lui era un uomo ossessivo, la voleva per forza. La tradiva, ma era geloso di lei. Se staccava il cellulare, la chiamava sempre”. 

“Se lo lascio, mi tocca sparire, altrimenti non mi lascia” aveva confidato la giovane alla madre.

Alla fine del 2013 Sibora era poi tornata in Italia per qualche mese, ma lui l’aveva raggiunta convincendola a tornare in Andalusia. Non è tutto, perché dopo aver parlato di separazione a quanto pare i due avevano deciso di sposarsi. Il rapporto era continuato tra alti e bassi, fino al giorno della scomparsa, il 7 luglio del 2014. Ad avvertire la madre era stato proprio il compagno della 22enne: “Ciao Elisabetta, Sibora è da voi? Abbiamo litigato da due giorni, ma non è più tornata”. Da allora della ragazza non si è saputo più nulla. Per nove lunghi anni. 

Margarita del Cid, sindaca di Torremolinos, si è detta “sconvolta nell’apprendere il ritrovamento del corpo della giovane Sibora nella casa che ha condiviso con l’assassino di Paula. È inconcepibile come un essere umano possa ospitare così tanto male e tanto sangue freddo” ha scritto la prima cittadina sui social augurandosi che Sibora, “come Paula, possa trovare la pace che le è stata negata sulla terra” e che l’assassino “non abbia neanche un minuto di questa pace nel resto della sua vita”.

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Redazione Nazionale

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