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Sicurezza ambientale, carabinieri impegnati presso il Parco Nazionale del Vesuvio. Scoperto materiale illecito rilasciato in aria e nel terreno. Sequestri e denunce

Pubblicato il 23 Luglio 2020

L’impegno dei Carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata è rivolto anche al contrasto dei reati ambientali, nell’ambito del protocollo “terra dei fuochi”. Grazie al supporto di militari delle stazioni forestali del territorio e del Nucleo Elicotteristi di Pontecagnano,  i servizi sono stati incrementati nell’area del vesuviano, a ridosso e all’interno dell’area del Parco Nazionale del Vesuvio. A Boscotrecase, i carabinieri della Stazione di Trecase –  insieme ai Forestali della stazione di Boscoreale e col supporto in volo dell’elicottero dell’Arma –  hanno individuato 4 siti abusivi di sversamento di rifiuti in località Fruscio, all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio. Nelle discariche abusive sono stati rinvenuti scarti di lavorazioni edili, parti di carrozzeria di veicoli, ingombranti di vario genere, rifiuti vegetali e plastiche varie. L’area interessata è risultata occupata da 225 metri cubi di rifiuti ed è stata sottoposta a sequestro per la successiva bonifica. Sono in corso mirati accertamenti finalizzati all’individuazione degli autori degli illeciti sversamenti. A Terzigno, invece,  i carabinieri della locale Stazione hanno individuato e denunciato all’Autorità Giudiziaria un 45enne, già noto alle forze dell’ordine sorpreso mentre trasportava senza autorizzazione sul proprio camion rifiuti speciali misti, provenienti da attività di demolizione e costruzione. L’autocarro è stato sequestrato e così circa 3 metri cubi di rifiuti.A San Giuseppe Vesuviano, i carabinieri della locale Stazione hanno individuato un’autofficina meccanica totalmente abusiva, realizzata da un 49enne già noto alle forze dell’ordine in un magazzino di pertinenza della propria abitazione di residenza. Al suo interno rinvenute diverse attrezzature da lavoro: accertato anche l’illecito trattamento dei rifiuti.  I fumi venivano illecitamente diffusi nell’atmosfera senza alcun trattamento o filtro, mentre le acque reflue sversate direttamente nel terreno. Anche i residui delle lavorazioni, costituiti da rifiuti speciali pericolosi e non, venivano smaltiti irregolarmente. L’intero capannone, di 200 metri quadrati di superficie, è stato sequestrato.