Il governatore di Valencia si difende dalle accuse sulla mancata allerta: “Avvisi già da domenica”. Re Felipe: “L’allarme non è finito”. Il primo ministro Sanchez: “Restate a casa“.
Il bilancio delle vittime nell’alluvione in Spagna diventa con il passare delle ore sempre più tragico: le ultime notizie ufficiali contano almeno 158 morti confermati, mentre si continuano a cercare dispersi, che secondo il governo sono ancora ‘decine e decine’.
“Ci vorranno anni”, dicono in molti per risollevarsi da questa catastrofe e, intanto, l’emergenza, non è affatto finita. “Dico ai cittadini della zona che la Dana continuerà, non è finita, quindi bisogna stare attenti”, ha avvertito il premier Pedro Sánchez in visita a L’Eliana (Valencia), dove è stato stabilito il centro principale per la gestione dei soccorsi.
“Chiedo a tutti di seguire le indicazioni delle autorità. Siamo alla vigilia di un ponte festivo, ma vi invito a stare a casa”, ha aggiunto mentre restavano attive allerte meteorologiche per forte maltempo in più punti della Spagna, in particolare nel sud-ovest e nel nord-est. Case allagate, strade interrotte e scuole chiuse in diverse zone della Spagna, in particolare nelle province di Castellón e di Cadice.
Il dramma rimane attualmente l’hinterland di Valencia, una città sotto shock e parzialmente isolata, visto che i treni resteranno fuori uso per almeno 15 giorni; molti i danni anche alla rete stradale, mentre l’aeroporto è operativo.
Molti dei corpi vengono trasportati al Palazzo di Giustizia di Valencia, dove è stata allestita una camera mortuaria provvisoria. La ricerca dei dispersi continua intanto senza interruzioni, “casa per casa”, con più di mille soldati che lavorano per questo. “Il nostro impegno, per terra, mare e aria, con tutti i mezzi e per tutto il tempo necessario, è volto a ritrovare le persone scomparse”, ha detto Sánchez.
Nelle ore successive all’alluvione la polizia ha arrestato almeno 39 persone accusate di atti di saccheggio: bersagliati, in particolare, alcuni esercizi commerciali specializzati in vendita di computer, cellulari o profumi di marca. Mentre sul fronte politico non si placano le polemiche per i dubbi sulla tempestività delle autorità regionali nella gestione dell’emergenza – con Sánchez e Mazón che oggi hanno tuttavia cercato di trasmettere un’immagine di unità – le conseguenze dell’alluvione hanno già raggiunto anche ambiti più periferici: tra queste, quello sportivo, con il rinvio a data da destinarsi degli incontri di Liga Villarreal-Rayo Vallecano e Valencia-Real Madrid previsti per sabato.
Oltre 120.000 gli sfollati, almeno 500 persone hanno pernottato in alberghi della regione di Valencia, dove sono impegnati oltre mille militari dell’Unità di emergenza dell’esercito per liberare 119 strade regionali isolate dal fango e dai detriti portati dalle piogge torrenziali. Oltre 250 persone sono state salvate da elicotteri e 70 via terra.
Ci sono però ancora interi paesi invasi dal fango, come Paiporta, dove si registrano 40 morti e, da martedì, senza luce e acqua.
Da Sedaví (Valencia), uno dei comuni spagnoli più colpiti dall’alluvione, arrivano richieste di aiuto: “La necessità più urgente è che vengano a recuperare i cadaveri. Ci sono ancora persone rimaste sotto le macchine. E’ tutto un disastro indescrivibile” racconta all’Ansa Javier, abitante della cittadina.
“Sarebbe prioritario che non si lascino lì cadaveri in decomposizione”, ha aggiunto l’uomo, un ex militare, parlando a una reporter di Rtve in mezzo a uno scenario di distruzione, con fango nelle strade e auto abbandonate e accatastate l’una sull’altra. “In molti stanno anche chiedendo rifornimenti di cibo, perché i centri commerciali della zona sono stati presi d’assalto nelle ultime ore”, ha aggiunto.
Intanto sono ancora sospesi anche oggi (1 novembre) i collegamenti ferroviari dell’alta velocità da Madrid a Valencia e nell’intera regione valenciana. Interrotto anche il corridoio mediterraneo autostradale dalla Catalogna alla regione a sudest della Spagna.
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