Pubblicato il 9 Dicembre 2022
Il problema della violenza sessuale contro le donne è un tema drammaticamente attuale: in ogni angolo del mondo sono in continuo aumento i dati che parlano di abusi sessuali subiti dalle donne. Recentemente sono scesi in campo molti vip contro questo odioso crimine, tra i quali anche Arisa che ha postato vergognosi insulti scritti contro di lei per sottolineare che la violenza può essere di vario tipo.
Il problema della violenza sessuale è molto sentito anche in Spagna e il ministro delle Pari opportunità Irene Montero, sull’ondata di indignazione nata per uno stupro di gruppo avvenuto 6 anni fa in occasione della festa di San Firmo, ha deciso di promuovere una legge ribattezzata “Solo sì è sì”.
“Solo sì è sì”: la paradossale legge antistupro a favore degli stupratori
L’idea della Montero è stata quella di considerare ogni atto sessuale non consenziente come aggressione sessuale, equiparando così aggressioni e abusi sessuali.
Tuttavia, unendo i due reati, si è data molta più discrezionalità ai giudici che hanno margini troppo ampi di interpretazione della legge. Questo pericolo era già stato preannunciato dai giuristi e si è concretizzato alla prova dei fatti.
Dopo solo un mese dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge, i tribunali hanno firmato la scarcerazione di una ventina di stupratori e lo sconto di pena di oltre 50 persone accusate di abusi sessuali.
Alvaro Garcia Ortiz, Procuratore generale spagnolo, ha spiegato che il periodo che intercorre dall’applicazione della norma alla sua entrata in vigore è stato troppo breve.
Il recepimento della stessa legge da parte dei giudici è quindi stata complessa e per questo motivo si sono creati questi black-out legislativi che, invece di inasprire le pene contro gli stupratori, le hanno paradossalmente alleggerite.
La posizione di Irene Montero e del premier Pedro Sanchez
Irene Montero aveva promesso il pugno duro contro gli stupratori, ma incredibilmente la legislazione si è trasformata in un boomerang poiché male interpretata.
La deputata del Partito socialista punta però il dito contro il giudici, accusati di “machismo” e naturalmente schierati a favore degli uomini, quindi ha annunciato che non cambierà la legge.
Pedro Sanchez, premier spagnolo, ha deciso di intervenire per riempire questa clamorosa falla legislativa che si è aperta e sta valutando l’ipotesi di riunire un gruppo tecnico di esperti al ministero della Giustizia per studiare soluzioni legali.