Pubblicato il 23 Ottobre 2024
Pasquale Serra, 60enne di Golfo Aranci in provincia di Sassari, è stato prosciolto dal gip del tribunale di Tempio Pausania dall’accusa di tentato omicidio dopo aver sparato con un fucile da sub contro Petronella Codreanu, la sua vicina di casa. Benché l’imputato sia stato considerato da un perito capace di intendere e di volere al momento dell’aggressione, il giudice ha decretato il non luogo a procedere poiché l’uomo è stato ritenuto incapace di affrontare e partecipare al processo in modo cosciente. Inoltre il gip ha anche disposto la revoca degli arresti domiciliari per il 60enne, che ha sempre sostenuto di essersi difeso. Rabbia, sconforto e paura: questi sono i sentimenti che albergano nel cuore della Codreanu, che in un’intervista a Il Messaggero si è detta vittima di un’ingiustizia.
L’aggressione con un fucile da sub
I fatti risalgono al 2 giugno 2023, quando al culmine di una lite condominiale nelle case popolari di Golfo Aranci, il 60enne sparò con un fucile da sub contro la donna con la quale stava litigando, la Codreanu, facendole perdere l’uso dell’occhio destro. La donna si è costituita parte civile nel processo, che però si è concluso con il proscioglimento del 60enne per la sua incapacità di stare in giudizio.
La rabbia e la paura della donna
Dopo la sentenza la donna ha paura e teme che l’uomo possa tornare ad abitare a 200 metri da casa sua. Ha raccontato che il 60enne ha minacciato i suoi figli con un coltello, ha gettato le loro bici nell’androne e perseguitava lei e la sua famiglia che si erano comprati casa. Ha bollato la sentenza di razzismo, accusando i giudici di non aver dato alcun peso al fatto che si sia trattata di un’aggressione ad una donna.
Ha detto che i figli sono traumatizzati, ancora in cura, per averla vista mezza morta, senza dimenticare il fatto che è invalida al 100% avendo perso un occhio. Poi ha puntato il dito contro la giustizia, che secondo lei non ha punito un uomo che le ha sparato in casa. Teme di mandare il figlio di 10 a comprare il pane, poiché potrebbe incontrare il 60enne; così come teme la reazione del figlio più grande quando lo incontrerà. Infine un’ultima amara riflessione sul suo aggressore: “Quanto a lui, chi mi garantisce che non fa altro? Io terrorizzata e senza un occhio e lui libero. E se mi dà una botta in testa neanche lo vedo”.