Pubblicato il 23 Settembre 2024
Gli investigatori stanno lentamente iniziando ad avere un quadro più chiaro della sparatoria che si è verificata nella notte del 22 settembre al Bahia Beach, noto locale di Bari, durante la quale è rimasta una ragazza di 19 anni. Come riportato dall’Ansa sarebbe stato fermato il presunto killer, un 21enne pregiudicato di Bari, che avrebbe esploso ben 7 colpi d’arma da fuoco, colpendo e uccidendo la 19enne Antonia Lopez. Il proiettile l’ha colpita alla spalla, recidendole l’aorta e provocandole uno shock emorragico che si è rivelato fatale.
Sparatoria di Molfetta, il vero obiettivo del killer
Secondo le indagini investigative il bersaglio del killer era il 20enne Eugenio Palermiti, aspirante boss appartenente all’omonima famiglia mafiosa di Japigia, rimasto ferito ma non in pericolo di vita. Antonia Lopez era con lui e sarebbe stata uccisa per errore, in quanto non era lei il vero obiettivo del raid.
Nella sparatoria sono rimaste ferite tre persone, una delle quali secondo quanto riferito da tg24.sky avrebbe dato di matto in ospedale, urlando contro il personale del pronto soccorso del Policlinico di Bari e danneggiando un pc dell’ambulatorio. Ci sono stati altri due feriti nella sparatoria: uno ha riportato una frattura al gomito e l’altro ha problemi al ginocchio, dove probabilmente ci sono dei frammenti di un proiettile. Due dei feriti sono stati portati nel reparto di Ortopedia, mentre il terzo al reparto Chirurgia plastica del Policlinico. Proseguono le indagini coordinate dalla Dda di Bari e c’è il forte sospetto che la sparatoria sia nata in contesti criminali con il coinvolgimento di esponenti di un clan mafioso.
Le dichiarazioni del titolare del Bahia Beach e del sindaco di Molfetta
Nicola Spadavecchia, titolare del Bahia Beach, ha detto all’Ansa che tutto si è svolto in breve tempo verso le 2:45, quando la serata volgeva al termine. Improvvisamente al locale si è presentato un gruppo di ragazzi, poi si è scatenato l’inferno. La sicurezza è intervenuta, ma per la ragazza era ormai troppo tardi.
Profondamente scosso anche Tommaso Minervini, sindaco di Molfetta, che si è detto rattristato e preoccupato per quanto successo. “Non si può morire a 20 anni, al di là delle motivazioni che sono a monte della vicenda. Tutte ingiustificabili, tutte deprecabili” – ha detto sconsolato il sindaco, che poi si è detto vicino al dolore della famiglia della ragazza uccisa e si è augurato che le forze dell’ordine ricostruiscano presto la vicenda e individuino i responsabili.