La storia di Giuseppe Cannavale è piuttosto triste e drammatica, ma il finale è bellissimo, soprattutto grazie ad attori “non protagonisti” che hanno dimostrato un cuore d’oro. Il personaggio di questa vicenda è un ragazzo di 25 anni che ha trovati lavoro in L&S Italia Spa a Brugnera, in provincia di Pordenone, come apprendista interinale.
Pochi mesi dopo Giuseppe ha scoperto uno strano bozzo sulla clavicola e gli esami sono stati una sentenza terribile: linfoma di Hodgkin. Il ragazzo ha rivelato che si è visto crollare il mondo addosso: doveva combattere per la sua vita a soli 25 anni ed era convinto che l’azienda gli avrebbe dato il ben servito, con le rate dell’auto appena acquistata ancora da pagare.
La L&S Italia Spa è un’azienda dal respiro internazionale che ha sedi in Italia, Germania, Cina e Stati Uniti e si occupa della produzione di illuminazione per gli arredi. Giuseppe, assunto come analista funzionale con specializzazione nel web design, ha raccontato a La Stampa che per i primi 6 mesi ha percepito la malattia pagata dall’Inps, pari all’80% del trattamento ordinario.
Il cancro però ha continuato ad avanzare in modo inesorabile: dal Cro di Aviano gli hanno comunicato il passaggio dal secondo al quarto stadio della malattia. Il giovane ha rivelato che ha dovuto sottoporsi a ben 6 cicli di chemioterapia, con tutti gli effetti collaterali come perdita di capelli e di peso, depressione, confusione e gastrite acuta, tutte problematiche che hanno provocato vari ricoveri al pronto soccorso. Dopo il semestre coperto dalla mutua Giuseppe è stato convocato dall’azienda, convinto che gli avrebbero comunicato il suo licenziamento.
Un raggio di sole è invece spuntato nella vita piovosa e tempestosa di Giuseppe: il Ceo e la responsabile delle risorse umane gli hanno detto di non preoccuparsi, poiché avrebbero continuato a pagargli lo stipendio, dandogli così la possibilità di proseguire le cure a casa. Da aprile ha ricevuto il massimo dello stipendio che potevano dargli in base al suo contratto, benché la sua anzianità di servizio fosse minima.
Quel gesto lo ha aiutato a rimettersi in piedi e la notizia più bella è la battaglia quasi vinta contro il cancro. Mercoledì 27 novembre Giuseppe è anche tornato al lavoro, poiché l’oncologo gli ha comunicato che il tumore è in fase di totale regressione. Per i prossimi due anni il 25enne dovrà sottoporsi ad esami continui per scongiurare il pericolo recidive e dopo 5 anni la possibilità di un ritorno del linfoma è del tutto azzerata.
Giuseppe ha spiegato che ha ripreso a lavorare con un part time, sia perché è ancora debilitato dalle chemio sia perché deve percorrere 70 km tra andata a ritorno per lavorare. Tuttavia il ritorno alla quotidianità per lui è stato un bellissimo regalo, dopo 14 mesi da incubo. Il suo grazie forte e sentito va ai dirigenti dell’azienda, che hanno dimostrato davvero un gran cuore. “Esistono realtà fantastiche che guardano oltre il profitto che un individuo può generare” – ha detto il giovane, che ha poi aggiunto: “Anche se queste compagnie sono molto grandi, non sei un numero, ma una persona da mettere al centro della politica aziendale”.
Prima di rendere pubblica la sua storia Giuseppe ha contatto proprio i vertici dell’azienda per avere il loro permesso e non tradire la loro fiducia. Un forte grazie da Giuseppe va anche agli amici friulani, alla famiglia e ai parenti salernitani dei suoi genitori, che sono stati angeli custodi nel decorso della malattia e anche psicologi nei momenti più bui.
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