In Francia sta destando grande scalpore il caso di Johanna, una ragazza svedese che ha raccontato la sua incredibile storia alla trasmissione televisiva “Zone Interdite”, dove ha spiegato di aver cambiato sesso per ben due volte, un fenomeno noto come detransizione di genere.
La ragazza era affetta da anoressia e credeva che l’incapacità di accettarsi derivava dal fatto che non vivesse bene nel suo corpo. Così ha deciso di diventare maschio ma, anche nel nuovo corpo, faticava a ritrovare se stessa, fino alla decisione finale: tornare nuovamente donna.
Johanna ha raccontato il suo dramma, spiegando che è stata molto influenzata dai social e in particolare dalla semplicità di effettuare la transizione di genere in Svezia, considerata una pratica abituale.
All’età di 15 anni Johanna ha deciso di non mangiare più: “Mi sono resa conto che non mi piacevo, che non mi piaceva il mio corpo. Il mio sogno più grande era quello di morire di anoressia”. E, in effetti, la ragazza ha rischiato seriamente di morire fino a quando non ha incontrato una trans che l’ha spinta a rivolgersi a cliniche specializzate di Stoccolma per effettuare il cambio di sesso. In questa fase di transizione ha spiegato che tutta la famiglia le è stata vicina e che tutti desideravano solo vederla felice.
Poi però, dopo neanche due anni, Johanna si è accorta che neanche nel suo nuovo corpo si sentiva a suo agio: “Dopo un anno e mezzo, quando ne avevo ormai 19, ho iniziato a sentirmi a disagio anche con il mio nuovo corpo – ha spiegato – e mi sono detta: perché non mi sento meglio? Eppure dovrei essere più felice”.
Così ha deciso di tornare nuovamente donna e da allora ha iniziato a combattere contro l’anoressia e a sentirsi meglio: “Ho deciso di sospendere i trattamenti ormonali, non ho affrontato nessun tipo di intervento chirurgico”.
Molti gruppi conservatori, sia in Svezia che fuori, hanno puntato il dito contro l’eccessiva semplicità di cambiare sesso e spiegamento che il fenomeno della detransizione, cioè il ritorno al proprio sesso originario, si sta diffondendo sempre di più in maniera preoccupante.
Secondo alcuni studi i “pentimenti” riguardano maggiormente le donne transgender (11%) contro gli uomini transgender (4%) e sono dettati principalmente dalle pressioni familiari, dalle discriminazioni e dalle difficoltà di trovare lavoro o un posto nella società.
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